Roma, la beffa degli Euro 2: le auto in pensione non rispettano lo stop

Roma, la beffa degli Euro 2: le auto in pensione non rispettano lo stop
di Carlo Romano
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Martedì 21 Novembre 2017, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 16:07

Sono quasi 160mila auto, e a partire dalla mezzanotte di ieri non potrebbero più entrare a Roma: troppo inquinanti.
L'ordinanza di Virginia Raggi, infatti, parlava chiaro: divieto di accesso alla ztl Anello Ferroviario esteso ai veicoli Euro 2 a benzina a partire dal 20 novembre e fino al 31 ottobre 2018. Il condizionale, però, è d'obbligo. E infatti basta farsi un rapido giro per le vie della Capitale interessate dal divieto per rendersi conto di come il provvedimento sia, nel migliore dei casi, sconosciuto. Oppure, altrettanto spesso, semplicemente ignorato, vuoi per necessità, vuoi per furberia.
 

 

I DIVIETI
«Adesso la sposto», risponde in un italiano stentato una venditrice ambulante, quando gli si chiede se la vecchia Fiesta parcheggiata in doppia fila davanti all'Isola Tiberina sia sua. Lo sa che da oggi non potrebbe circolare? «No? E perché?». Ma basta fermarsi per dieci minuti a osservare il traffico sul lungotevere per contare almeno sei o sette veicoli non in regola. Passa una Panda con sigla di Latina, poi una vecchia Micra, un'Astra e subito dopo anche una Fiat 500 modello anni 60: improbabile che tutte abbiano montato un impianto a metano o gpl, o che appartengano a medici in servizio di emergenza, come recita l'ordinanza. Non si salvano nemmeno le auto storiche, quelle con più di trent'anni: «Seguono tutti i provvedimenti previsti per i veicoli più inquinanti», si legge nella delibera. Ma i proprietari non devono esserne al corrente, tant'è che nelle stradine tra il Portico d'Ottavia e Largo Argentina si incontrano altre due vetuste 500, una delle quali senza permesso ztl...

Anche a via del Policlinico, il divieto non sembra creare particolari imbarazzi, e le utilitarie d'antan circolano tranquillamente: un'altra Panda, una Polo, una Ypsilon, tutte con targhe pre-1999, l'anno in cui lo standard antinquinamento è passato a Euro 3. Su via XX Settembre si avvista anche una vecchia Fiat Uno: «Euro che?» chiede l'anziana conducente, «del divieto non sapevo nulla, ma la mia macchina va benissimo».

I DISAGI
Tra gli esentati rientrano i veicoli con contrassegno invalidi e quelli appartenenti alle forze dell'ordine. Tutti gli altri a piedi, almeno in teoria, oppure fuori dall'Anello ferroviario: un'area ampia, che si estende da piazzale Ostiense a via del Foro Italico, dalla Salaria a Monteverde. E per chi lavora in centro ma non può permettersi un'auto nuova, non restano che i mezzi pubblici. Su via Petroselli, dietro il Vittoriano, un furgone Iveco targato Roma accosta lasciando una scia di fumo scuro dietro di sé: «Io con questo ci lavoro spiega Mario, titolare di una piccola impresa di rimozione e smaltimento amianto se mi bloccano come faccio?».
C'è chi una soluzione l'ha trovata, come l'uomo alla guida di un Fiat Fiorino che passa per via della Pilotta, accanto a piazza Santi Apostoli: «Vede? Ci ho fatto mettere l'impianto a gpl», dice, mostrando un adesivo un po' sbiadito sul parabrezza. Ancora una volta, ognuno rimedia (o non rimedia) a modo suo.

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