Roma, la Prefettura bacchetta il Comune: «All'Esquilino applichi subito il Daspo»

Roma, la Prefettura bacchetta il Comune: «All'Esquilino applichi subito il Daspo»
di Alessia Marani
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Giovedì 22 Febbraio 2018, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 19:26

Non c'è più tempo da perdere. Questo il messaggio spedito in via del Campidoglio durante la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica riunito ieri mattina in Prefettura sull'emergenza Esquilino. Il Comune dovrà provvedere ad applicare il daspo urbano nel Rione «nelle more dell'approvazione del Regolamento di polizia urbana». Ovvero dovrà assumere fin da subito «provvedimenti specifici» (contro chi viene trovato in stato di ubriachezza, compie atti contrari alla pubblica decenza o esercita il commercio abusivo) senza aspettare la stesura del Regolamento, ferma da anni in aula Giulio Cesare.

L'ACCELERAZIONE
Un'accelerazione che Palazzo Valentini aveva già sollecitato nei giorni scorsi e che ieri ha trovato concreta espressione nella riunione «che si è svolta - sottolinea la prefettura - in un clima di massima collaborazione istituzionale». Ma che cos'è il daspo urbano? Si tratta di una delle misure contenute nel decreto Minniti dell'aprile 2017 nato per rispondere «all'urgenza di introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori». E tutto sembra ormai urgente all'Esquilino dove il 13 febbraio un giovane spacciatore senegalese senza fissa dimora ha violentato una clochard di 75 anni sotto i portici di piazza Vittorio e cinque giorni dopo i carabinieri hanno arrestato un altro nordafricano che aveva accoltellato un connazionale.

I residenti lo hanno gridato in tutti i modi, sono esasperati: «Basta siringhe, basta degrado». In una chat collegata con le forze dell'ordine hanno iniziato a sperimentare una sorta di polizia di prossimità. Ma adesso arriva un'arma in più. L'articolo 9 del decreto prevede un ordine di allontanamento di 48 ore dal luogo della condotta illecita e una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 300 euro. Ma la misura diventa più severa se c'è la recidiva. In pratica, dopo tre mini-daspo emessi dal sindaco, la palla passa al Questore Guido Marino che avrà la discrezionalità di usare il pugno duro. Nei casi di reiterazione «qualora dalla condotta tenuta possa derivare pericolo per la sicurezza» potrà disporre il divieto di accesso ai luoghi tutelati per un periodo non superiore a sei mesi.

Se poi a trasgredire più volte è un «soggetto condannato con sentenza definitiva o confermata in grado di appello nel corso degli ultimi cinque anni per reati contro la persona o il patrimonio», la sanzione del Questore potrà consistere nel divieto di accesso da 6 mesi a 2 anni. Degrado, spaccio, tossici, ubriachi molesti che occupano marciapiedi, i giardini della piazza, il ballatoio di via Giolitti, il reticolo di vie attorno al mercato multietnico: potranno essere allontanati o comunque scoraggiati a concentrarsi nel rione. Anche se difficilmente il Campidoglio potrà incassare le sanzioni in denaro da cittadini spesso fantasma o nullatenenti. Il meccanismo ricalca quello adottato negli stadi per impedire alle frange più violente del tifo di sedere sugli spalti. Cartellini gialli e rossi a tutela di piazza Vittorio.

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