Roma, i disabili fanno causa al Campidoglio: «Assumeteci»

Roma, i disabili fanno causa al Campidoglio: «Assumeteci»
di Rita Maria Esposito
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Febbraio 2018, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 12:24

Hanno atteso inutilmente per sei lunghi anni di venire assunti in Campidoglio, poi la decisione di far causa al Comune per vedersi riconoscere il diritto a un lavoro conquistato con fatica e impegno. È la storia di 160 disabili romani, che nel 2012 presero parte al concorso indetto da Roma Capitale per la copertura di 60 posti di Istruttori Urp redattore pagine web, riservato a persone con disabilità e che da allora attendono ancora di poter apporre la propria firma ad un contratto di assunzione. E adesso hanno deciso di fare causa al Comune.

LA PROTESTA
Nei giorni scorsi in 52 - difesi dall'avvocato Fernando Gallone - hanno deciso di presentare ricorso presso la sezione Lavoro del Tribunale di Roma, per ottenere da un giudice il diritto ad essere assunti, senza ulteriori indugi. Una vicenda complessa, iniziata esattamente sei anni fa, nel febbraio 2012, quando Roma Capitale emanò il bando per la ricerca dei 60 istruttori. Il concorso puntava a porre rimedio alla grave carenza di personale disabile, già allora presente all'interno dell'ente capitolino.

La procedura concorsuale si concluse nel giugno 2013 con la redazione della graduatoria definitiva dei 291 partecipanti, tutti risultati idonei. La graduatoria in questione resta, ancora oggi, l'unica a cui l'amministrazione comunale può accedere per l'assunzione di personale disabile con qualifica di Istruttori Categoria C. Nell'immediato il Campidoglio assunse i primi sessanta candidati (vincitori di concorso) destinandoli alla funzione prevista dalla selezione. Nel triennio successivo vennero ingaggiati altri 70 lavoratori nel ruolo di Istruttori categoria C, lasciando fuori i restanti 160 che, a sei anni di distanza, attendono ancora di essere contattati dal Comune. Una chiamata attesa e mai arrivata, nonostante la palese necessità dell'amministrazione di regolarizzare la propria posizione con l'assunzione di almeno 263 lavoratori diversamente abili al fine di raggiungere la quota minima del 7% prevista dalla legge.

Un buco nell'organico che deve essere necessariamente coperto con nuove assunzioni da fare, se necessario, anche in deroga ad eventuali blocchi per turn over e limitazioni di budget. Secondo quanto denunciato dai ricorrenti, infatti, non procedendo con la loro assunzione, l'amministrazione comunale starebbe violando l'obbligo previsto dalla legge 68/99 di provvedere all'inclusione di personale diversamente abile nella percentuale minima del 7% rispetto al totale del personale. In virtù di tale legge, quindi, i ricorrenti, pur non essendo risultati vincitori di concorso, avrebbero diritto comunque ad essere assunti dall'amministrazione capitolina. Assunzioni che, però, nonostante quanto imposto dalla legge, il Comune di Roma da circa sei anni omette di effettuare. Sei anni di battaglie, proteste e soprattutto silenzi da parte delle istituzioni, quelle stesse istruzioni che - se non altro perché obbligate per legge - dovrebbero favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro. Una vicenda che adesso si è trasferita in un'aula di tribunale con il ricorso in cui si chiede ad un giudice di esprimersi sulla questione e di «ordinare a Roma Capitale di scorrere la graduatoria dei ricorrenti riservata ai disabili, assumendo gli idonei in essa collocati entro il limite della quota d'obbligo prevista dalla legge».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA