LA CONFESSIONE
In tutto questo scenario le gambizzazioni, i ferimenti, gli attentati, spesso hanno un’altra matrice, una diversa origine e natura: il predominio dello spaccio di droga in un quartiere, lo sgarro da punire. «Conosco tutta la realtà di San Basilio - riferisce un pentito ai magistrati - dove alcune famiglie gestiscono 4 piazze: la prima gestita da Cataldi, la seconda detta La Lupa dai Cimino, una terza dai fratelli Primavera (arrestati a luglio scorso dalla polizia, ndr) e dal loro padre, e la quarta dal figlio di tale Fabio “il nero”, di cui non ricordo il nome. C’è poi un’altra piazza che è in mano ai Pupillo Cataldi: ha iniziato con lo spaccio al minuto di hashish e marijuana tra le case popolari di San Basilio. Cataldi opera insieme alla sua famiglia e a una rete di spacciatori, sentinelle e contabili. Negli ultimi 4 anni ha immesso sulla piazza di San Basilio ingenti quantitativi di droga».
Il racconto del collaboratore di giustizia fornisce dettagli che sono poi stati riscontrati dagli inquirenti: «La piazza gestita da Cataldi era quella aperta per più tempo, facevamo i turni. Prima che io arrivassi c’erano tre turni, dalle 7 alle 14; dalle 14 alle 21, e dalle 21 alle 7 del mattino successivo. Si lavorava e si guadagnava molto (oltre 30 mila euro al giorno) perché c’erano meno controlli di polizia. Mi è stato raccontato - aggiunge - che c’era la fila per entrare a San Basilio da via del Casale di San Basilio e fu necessario organizzare la circolazione stradale mettendo degli spartitraffico perché le macchine degli acquirenti si intrecciavano».
LA ROMANINA
Accanto a San Basilio, invece, regna da anni l’enclave dei Casamonica, nei pressi della Romanina. Una realtà, quella di Tor Bella
I primi, in particolare, sono in grado di realizzare un controllo capillare del territorio, grazie a pusher e vedette, che sono quasi sempre donne. Ma come è stato più volte sottolineato nei vari processi che si sono succeduti in questi anni, tra i Casamonica e gli altri clan «è stata rilevata sul territorio una costante assenza di conflittualità criminale, sinonimo palese dell’esistenza di un autorevole “brand management” criminale caratterizzato dalla consistenza associativa finalizzata al traffico di droga».
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