Roma, il Comune perde la casa dimenticata: famiglia acquisisce immobile pubblico costruito su uno spartitraffico

Roma, il Comune perde la casa dimenticata: famiglia acquisisce immobile pubblico costruito su uno spartitraffico
di Ilario Filippone
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Sabato 21 Gennaio 2017, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 17:58

Prima affittopoli, con i canoni di locazione per immobili anche di pregio a prezzi stracciati. Poi le irregolarità riscontrate sugli inquilini (9 su 10 non hanno titolo per vivere nelle case popolari). Ma, nell'immenso patrimonio immobiliare del Comune di Roma (circa 40 mila cespiti), una storia come quella di Montesacro era capitata di rado. Una famiglia, infatti, è diventata proprietaria di un appartamento, che si trova su una sorta di sparitraffico, dopo averci abitato dentro per 56 anni. E, visto che il Comune è rimasto inerte, dimenticandosi di fatto di quella proprietà, è scattato l'usocapione, previsto dalla legge. Ne dà conto una recente sentenza del tribunale civile di Roma, firmata dal giudice Nicola Saracino, che ha riconosciuto agli abitanti l'acquisizione del bene patrimoniale.

 


La costruzione sorge su uno spartitraffico, a piazzale Jonio, Prati Fiscali. Poco lontano, ironia della sorte, dall'attico acquistato da Raffaele Marra coi soldi del costruttore Scarpellini.
La casa in questione, ovviamente, è meno di pregio ma comunque dignitosa. Se si prova a bussare, non risponde nessuno: «I proprietari ci vengono di rado, rimangono a dormire e il giorno dopo vanno via», spiega il gestore di un distributore di benzina. Ma come hanno fatto a diventarne proprietari? Scrive il giudice: «Se si considera che l'immobile preesisteva all'esproprio del 1961 e, da allora in poi, nessun atto ablativo del possesso è stato compiuto dall'ente pubblico, deve concludersi che il periodo della prescrizione acquisitiva si è compiuto in favore di chi ha ininterrottamente esercitato la signoria sulla cosa, solo formalmente rientrante nel patrimonio indisponibile dell'ente comunale dal 1961. La domanda di usucapione è pertanto meritevole di accoglimento, stante il possesso pubblico, pacifico e continuativo per oltre 20 anni».

LA STORIA
La storia affonda agli anni 60, epoca delle Olimpiadi: nonostante un provvedimento di esproprio emesso dall'allora prefetto di Roma, la casa non viene rimossa. Nel 1998, il Prg destina l'area al verde pubblico. Passano gli anni, ma la costruzione resta. E alla fine abita oggi, abita domani la casa è diventata loro. Come dire: piccolo (ma significativo) esempio, di come viene gestito il patrimonio comunale. A giochi ormai fatti, il Campidoglio (rappresentato dall'avvocato Fiammetta Lorenzetti) si è anche costituito in giudizio, chiedendo «il rigetto della domanda di usucapione del bene, poiché rientrante nel patrimonio indisponibile». Istanza respinta: «L'appartenenza spiega il giudice di un bene al patrimonio indisponibile di un ente territoriale discende non solo dall'esistenza di un atto amministrativo che lo destini ad uso pubblico, ma dalla concreta utilizzazione dello stesso a tal fine».
Nel corso del giudizio, il giudice aveva disposto una consulenza tecnica per accertare l'esatta ubicazione della costruzione. La perizia è stata effettuata dall'ingegnere Piero Contoli, che ha definito «inusuale il posizionamento dell'immobile. L'immobile è contraddistinto con il numero 55 di piazzale Jonio e sorge su un'isola spartitraffico». Una di quelle realizzate nella risistemazione della piazza. Solo il Comune, per oltre 50 anni, non se n'è accorto.