Caro estinto, mazzette in ospedale appalti truccati per la gestione delle camere mortuarie: 30 indagati

Caro estinto, mazzette in ospedale appalti truccati per la gestione delle camere mortuarie: 30 indagati
di Adelaide Pierucci
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Sabato 8 Novembre 2014, 06:06 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 21:30
Appalti pilotati nelle camere mortuarie di alcuni ospedali romani in cambio di bustarelle e la promessa di voti. La Procura ha acceso un faro sul business milionario del caro estinto. Oltre trenta gli indagati tra politici, funzionari Asl e addetti di pompe funebri al vaglio dei pm Erminio Amelio e Corrado Fasanelli. Nel calderone sono finiti anche l'ex senatore Pdl Domenico Gramazio e il figlio Luca capogruppo di Fi alla Regione. Ieri sono scattate le perquisizioni, ventisei con precisione, tutte eseguite dagli uomini della Mobile, diretti da Renato Cortese, negli ambienti ospedalieri e nelle società di onoranze funebri sospettate di favoritismi. Due i filoni di indagini che si incrociano. Le accuse vanno dall'associazione a delinquere, concorso in corruzione, falso, truffa e turbativa d'asta. Secondo gli inquirenti sarebbero stati aggiudicati appalti in modo irregolare per la gestione delle camere mortuarie in particolare al Sant'Andrea, al San Camillo, all'Umberto I al Pertini e al Sant'Eugenio. L'indagine è scattata due anni fa, in seguito alla denuncia presentata in Procura dal Codiof (Comitato diritti operatori funerari), presieduto dal cavaliere Mario Menicucci, che è anche consigliere nazionale referente per Roma e provincia della Feniof (la Federazione nazionale imprese onoranze funebri). L'esposto è stato depositato il 21 marzo 2012 - numero di protocollo 040681 - dopo l'aggiudicazione dell'appalto per la gestione della camera mortuaria del San Camillo-Forlanini all'agenzia funebre Service One. Il bando di gara prevedeva tra i requisiti per partecipare il non essere agenzia funebre o di non avere collegamenti con agenzie del settore. Ma dalla visura della Camera di Commercio risultava che la Service One è «essa stessa agenzia funebre» e ha come attività primaria «pompe funebri e attività connesse». Gli investigatori della Mobile, guidata da Renato Cortese, scoprono che la gestione delle sale mortuarie del San Camillo e dell'ospedale Sant'Andrea è affidata anche alle agenzie di pompe funebri Cattolica, Semi e Taffo, l'agenzia che l'estate scorsa diventò famosa per la sua pubblicità che invitava a trasformare in diamante le ceneri del proprio caro estinto.



LA DENUNCIA

Nella denuncia si legge anche che i parenti dei defunti, se si rivolgevano ad un'agenzia funebre che non aveva avuto l'appalto, non potevano neanche entrare nella sala mortuaria. Le agenzie che prendevano l'appalto provvedevano anche alla sterilizzazione delle sale. Ieri gli uomini della squadra mobile hanno perquisito documenti e file degli indagati, anche nelle sedi delle agenzie di Macerata e L'Aquila. Tra le persone iscritte nel registro degli indagati, oltre a sei componenti della famiglia Taffo, ci sono anche Luigi Macchitella, ex direttore generale del San Camillo-Forlanini; Vittorio Bonavita, direttore generale della Asl Roma B; e Adalberto Bellomo, ex consigliere di amministrazione del Cotral. Per Egisto Bianconi, direttore generale del Sant'Andrea e il dirigente Filippo Zanutti rispondono solo di turbata libertà degli incanti. Il risultato: il business del caro estinto era unito da un unico cartello per lo più riconducibile alla famiglia Taffo.



LE REAZIONI

«Si tratta di agenzie che sono praticamente di casa nell'obitorio - si sfoga il proprietario di un'agenzia - senza alcun rispetto per nessuno. Capaci solo di pressare famiglie distrutte dal dolore, proporre prezzi stracciati che una volta su due si rivelano approssimati per difetto. Mentre altri aspettano correttamente in agenzia una telefonata che non arriverà mai. Perché, come accade anche negli altri Paesi, il rispetto viene prima di tutto, ci vuole gente qualificata che dovrebbe essere iscritta all'albo, non improvvisati»