Roma, le mani di Buzzi sui canili comunali per 15 anni affidati senza gare d'appalto

Roma, le mani di Buzzi sui canili comunali per 15 anni affidati senza gare d'appalto
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Martedì 12 Aprile 2016, 16:16
Per quasi 15 anni, dal 2001 ad oggi, «in violazione dei principi di libera concorrenza» il Comune di Roma ha prorogato l'affidamento del servizio canili a pochi soggetti e in particolare all'Avcpp, con «sistematico improprio ricorso all'affidamento diretto» senza gare. È quanto emerge da un'istruttoria dell'Anac recapita a Roma Capitale, al commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, al Dipartimento Tutela ambientale, alla senatrice Loredana De Petris e al consigliere regionale Fabrizio Santori, che sul caso aveva presentato degli esposti.

 A fine 2013 il Dipartimento tutela ambientale del Comune aveva iniziato ad adottare l'iter per le procedure di gara e ne ha indette tre: a novembre 2013, a luglio 2014 e a luglio 2015. Ma nessuna è andata a buon fine e di conseguenza anche in questo caso sono scattate le proroghe. Tutto ciò sebbene tale ambito rientri a pieno titolo fra quelli a cui vanno applicati i principi generali in materia di affidamenti pubblici. Non solo: le verifiche hanno preso in esame un periodo a partire dal 2001 con l'acquisizione dei relativi atti del Comune, ma per il periodo 2005-2007 è emerso addirittura un triennio in cui la documentazione, anche quella attestante le proroghe, è assente. L'istruttoria nasce a seguito di alcuni esposti presentati dalla stessa Avcpp - Associazione volontari canile di Porta Portese Onlus, che proprio dopo l'iter di gara indetto a luglio 2014, aveva segnalato che alle procedure aveva partecipato anche un consorzio temporaneo di imprese che faceva capo alla Cooperativa 29 Giugno e composto, secondo Avcpp, da soggetti privi dei requisiti minimi di pregressa esperienza.

La 29 giugno, tra l'altro, è la coop fondata da Salvatore Buzzi, imputato chiave del processo Mafia Capitale: che la cooperativa volesse mettere le mani sul settore canili era emerso nel corso dell'inchiesta, anche sulla scorta di alcune intercettazioni del Ros, tra cui quella in cui Buzzi diceva a Guarany, suo collaboratore, «Er canile, mi sò comprato Altamura», facendo riferimento all'allora direttore del dipartimento Tutela ambiente e Protezione civile comunale.
L'istruttoria Anac è partita dagli esposti di Avcpp, e poi prescindendo dal contenuto in sè di queste segnalazioni, ha puntato a verificare come da tempo fosse gestito a Roma il servizio canili, portando alla luce molte e gravi irregolarità. Avcpp è risultato il soggetto a cui da più tempo, con una serie di proroghe, veniva riconfermato l'affidamento. L'associazione gestiva in particolare il canile della Muratella, il più grande di Roma. Ma per periodi più brevi una situazione analoga è stata riscontrata per l'Associazione L'Impronta Onlus, per la gestione del canile di Ponte Marconi.
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