Rom, il Comune salva il campo a Roma Nord «Smantellare La Barbuta»

Rom, il Comune salva il campo a Roma Nord «Smantellare La Barbuta»
di Fabio Rossi
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Lunedì 13 Marzo 2017, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 14:54

I campi nomadi della Barbuta e della Monachina chiuderanno, anche se non è ancora chiaro quando. Ma Roma Nord continuerà ad avere il suo insediamento per i rom, al Camping River o in una zona limitrofa, anche in futuro, oltre la scadenza del 30 giugno. A fare il punto della situazione sul piano del Campidoglio è una determinazione dirigenziale del dipartimento Politiche sociali, firmata nei giorni scorsi dalla dirigente Michela Micheli. Il provvedimento riavvia il bando di gara per «il reperimento nel Municipio XV o Municipi limitrofi per l'accoglienza e il soggiorno di 120 nuclei familiari di etnia rom», che sono in pratica i 420 attuali ospiti della struttura di via Tenuta Piccirilli, sulla Tiberina. Insomma, il Camping River continuerà a esistere, lì o altrove.

LO STOP
La procedura per l'affidamento dell'area per i nomadi era stata avviata dall'amministrazione comunale lo scorso 14 giugno, mentre era ancora in carica il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. L'appalto, per un importo complessivo posto a base di gara di oltre 1,5 milioni di euro, assegna il servizio per 15 mesi, un un'area attrezzata «ubicata nelle vicinanze di scuole, centri abitati servizi socio-sanitari, commerciali, facilmente raggiungibile con l'uso di mezzi pubblici o con mezzi di trasporto privati, comunque in modo tale da permettere, per la comunità attualmente ospite presso il Camping River, la continuità di partecipazione alla vita sociale del territorio, l'accesso ai servizi territoriali e facilitare le visite agli ospiti delle strutture».
Poi, il 24 dicembre, era scattata la sospensione in autotutela, a seguito dell'attività di monitoraggio sulla procedura avviata dall'Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone.

L'ITER
Con nota del 6 febbraio, però, l'Anac «ha chiarito che l'attività di monitoraggio avviata è finalizzata ad osservare lo stato di avanzamento dell'iter procedurale delle gare oggetto e non comporta l'attivazione di uno specifico procedimento di vigilanza». Quindi l'assessore capitolino alle politiche sociali Laura Baldassarre, dopo i tentennamenti iniziali, ha deciso di riavviare la procedura, nonostante le forti critiche arrivate da più parti per la contraddizione con il parallelo piano di fuoriuscita dai campi avviato da Palazzo Senatorio. Secondo l'amministrazione capitolina, però, «la revoca o l'annullamento della gara comporterebbe le dimissioni» di 420 persone dal Camping River entro il prossimo 30 giugno, si legge nella determinazione dirigenziale, «in condizioni di fragilità e senza alternativa abitativa, che si vedrebbero bruscamente private dell'alloggio e di forme di protezione sociale, con possibili ripercussioni sulla sicurezza pubblica». Insomma, dicono dal Campidoglio, chiudere il Camping River senza fornire alternative innescherebbe una nuova bomba sociale in città.

LE CHIUSURE
Se a Roma Nord si continuerà a ospitare i rom, si allungano i tempi per la chiusura dei primi campi nomadi, che la giunta di Virginia Raggi prevedeva di smantellare entro fine marzo. Nel documento che riavvia la gara per la struttura di Roma Nord si fa un accenno al fatto che «è altresì in corso di istruttoria, a cura della Direzione accoglienza e inclusione, una prima procedura sperimentale finalizzata alla chiusura dei primi due insediamenti individuati (La Barbuta e La Monachina). Come dire: per i risultati concreti meglio ripassare.

 
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