Roma, lo bocciano alla maturità a 64 anni: minacce di morte ai prof

Roma, lo bocciano alla maturità a 64 anni: minacce di morte ai prof
di Michela Allegri
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Martedì 11 Ottobre 2016, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 15:22
Cinque professori finiti nelle grinfie di uno studente avanti con gli anni: un sessantaquattrenne che non ha accettato il fatto di essere stato bocciato all'esame di maturità. Per vendicarsi, l'allievo attempato ha tormentato i docenti colpevoli di averlo respinto, inviando loro centinaia di lettere crudeli e ingiuriose e arrivando anche a minacciarli di morte. Ora, rischia di finire sotto processo per stalking. Il pm Antonio Calaresu ha infatti chiesto che venga mandato a giudizio con rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare.
E' il 2013, quando Antonio V., originario di Caserta, pensa di dare una svolta alla propria vita. Prende una decisione importante: a 64 anni, tenterà di superare uno scoglio di gioventù e di completare il percorso interrotto quando era ancora adolescente. Vuole terminare il quinto anno delle scuole superiori, sottoporsi all'esame di maturità e portare a casa il diploma del liceo classico. Frequenta quindi da privatista l'ultimo anno del ginnasio. Sceglie un istituto rinomato: il Pilo Albertelli di Roma, a due passi dalla basilica di Santa Maria Maggiore e punto di riferimento dei residenti nei centrali rioni Esquilino, Monti e Trevi. E' un liceo che vanta 130 anni di storia e in cui si è diplomato pure il maestro del cinema Ettore Scola.
LA PROVA
Al termine dell'anno, la commissione formata da cinque professori non consente ad Antonio di accedere all'esame finale. L'allievo non è pronto, non si è applicato, non ha tutte le carte in regola per affrontare alla maturità. Il sessantaquattrenne prende quella decisione sul personale, si convince che si tratti di un attacco nei suoi confronti. Inizia quindi a tormentare i docenti. La persecuzione dura quasi tre anni: si interrompe all'inizio del 2016, quando scatta l'inchiesta della Procura a seguito della denuncia sporta dai professori. L'imputato ha spedito loro una sfilza di lettere ingiuriose e offensive. «Sei una sguattera»: è la frase più delicata rivolta alla professoressa di latino. Il crescendo degli insulti ha iniziato a preoccupare gli insegnati, che hanno deciso di rivolgersi agli inquirenti quando si sono visti minacciare di morte. «Vi sistemerò per le feste, dove abitate? Non vi farò mancare nulla di quanto promesso. Vi prenderò a calci e pugni», ha scritto Antonio in una delle ultime lettere. Così, è intervenuta la Procura. Lo studente furioso rischia ora il processo per stalking, per aver cagionato ai prof «un perdurante e grave stato di ansia e di paura e ingenerava un fondato timore per la propria incolumità».
 
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