Bocca della Verità, ticket a 2 euro ma non ci sono i permessi

La biglietteria a Bocca della Verità
di Laura Larcan
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Lunedì 19 Settembre 2016, 23:56 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 18:34

«Non ne eravamo al corrente, pensavamo che non avvenisse, lo abbiamo appreso ora dalla stampa. Non c’è nessun permesso da parte del Vicariato per il pagamento di un biglietto alla Bocca della Verità. È solo un’iniziativa del Rettore della chiesa». La mano nella Bocca della Verità qualcuno l’ha messa davvero, non per immortalarsi in una foto souvenir ma per fare chiarezza fino in fondo. A renderlo noto è direttamente la Diocesi di Roma, dopo una verifica con l’ufficio giuridico. Non ha, dunque, alcun permesso ufficiale l’operazione di istituire dal primo agosto un biglietto da 2 euro per scattare «una foto a persona» («one photo per person») con la mano nel leggendario mascherone di marmo , l’illustre tombino da Cloaca Maxima con le fattezze da divinità fluviale, dal 1600 conservato nel portico della chiesa di Santa Maria in Cosmedin.

«Non c’era stata segnalata questa prassi del biglietto per la Bocca della Verità - continuano dal Vicariato - Qualche anno fa venne fatta la segnalazione di un’iniziativa simile sempre dal Rettore di Santa Maria in Cosmedin - raccontano - e fu risposto subito con una fitta corrispondenza che non era possibile, nè lecito istituire un biglietto in una chiesa. E si diffidava dal farlo. Il Vicariato, dunque, si era pronunciato e aveva chiesto di interrompere il progetto». E adesso che succede? Scattano le verifiche e partirà il provvedimento dagli uffici del Vicariato. «Operazioni del genere non si possono intraprendere in una chiesa a Roma, il permesso non l’avrebbero mai dato, non si può pagare un biglietto a Roma per entrare in una chiesa, sebbene in altre città si paghi un biglietto per entrare nelle cattedrali» ci tengono a sottolineare dal Vicariato. Vero che la Bocca della Verità è il simbolo di un monumento profano. «Però rientra nel contesto di una chiesa e il biglietto non si addice ad uno stile evangelico», commentano dalla Diocesi.

LE REAZIONI Il chiarimento arriva in serata, dopo una giornata di fuochi incrociati tra gli operatori turistici divisi su due fronti, le perplessità ma anche le cautele del Ministero per i Beni culturali e per il turismo di fronte ad una operazione di cui erano tutti all’oscuro, il silenzio da parte del personale della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, basilica cattolica di rito greco-melchita, guidata dal Rettore Mtanious Hadad. La stessa Soprintendenza per il Colosseo e l’area centrale di Roma, che ha in consegna la tutela della chiesa era rimasta perplessa sulla vicenda: «Stiamo valutando questo caso singolare di cui non eravamo a conoscenza: nessuno ci ha mai informato nè chiesto eventuali autorizzazioni», diceva nel pomeriggio Francesco Prosperetti. La notizia lanciata in esclusiva dal Messaggero, d’altronde, aveva suscitato clamore e opinioni contrastanti. Il fronte era nettamente diviso tra chi considerava una «genialata» il ticket per la foto souvenir, legittimo per fare cassa in tempi di crisi: «È giusto far pagare qualcosa se questi soldi verranno utilizzati per il mantenimento e il restauro di quella chiesa, che dentro ne ha proprio bisogno», dice Isabella Ruggiero dell’Associazione guide turistiche abilitate di Roma.

Molti gli addetti ai lavori che bocciavano ieri l’iniziativa: «Mi sembra un’operazione assai bizzarra, visto che il ministro della Cultura Dario Franceschini ha firmato il decreto che liberalizza le fotografie nei musei». 

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