LA TRAGEDIA
Il fatto risale alla scorsa notte, colpisce duramente una giovane coppia (24 anni lei, 25 lui) e la loro tanto attesa creatura, il loro primo figlio. Tutto era pronto per questo angioletto. Dall'ospedale non trapelano notizie. Difficile credere che nel reparto di ginecologia noto come una eccellenza, siano stati commessi eventuali errori. «Ma qualcosa non è andato per il verso giusto - si sfoga Salvatore Cortorillo, padre del 25enne - Durante ogni singolo controllo tutto risultava perfetto. Martedì pomeriggio era andata in ospedale ma secondo i medici ancora non era arrivato il momento, e l'hanno fatta ritornare a casa. Durante la notte verso le 2.30, le contrazioni erano sempre più vicine, e così è ritornata al San Filippo Neri e l'hanno ricoverata. Hanno fatto il primo tracciato, il battito si sentiva, tutto era regolare». E aggiunge: «Alle 3 e 10 hanno fatto l'ultima ecografia. Intanto a mio figlio non l'hanno fatto entrare e aspettava fuori dalla sala parto. Alle 5.15 mi ha chiamato, ma era sereno. Nessuno gli aveva prospettato nemmeno la minima difficoltà. Alle 5.30 gli hanno comunicato che il bambino era nato morto. Anche se in realtà il decesso risulta almeno un'ora prima. Siamo sconvolti. Non riusciamo a darci nessuna spiegazione valida. Qualcosa di poco chiaro è accaduto. Ora aspetteremo i risultati dell'autopsia per chiarire e ricostruire i fatti».
LE PROCEDURE
Un caso o un errore? Sicuramente è difficile stabilire se esista un nesso logico, tra causa-effetto di possibili azioni attribuibili al personale medico o paramedico. Nel dubbio, sull'episodio, e soprattutto per far chiarezza sull'accaduto è stata presentata una denuncia e sono attesi nuovi sviluppi. «In merito a quanto accaduto la Asl Roma E ha avviato un audit interno per accertare la correttezza delle procedure adottate - spiegano dall'azienda - I risultati dell'esame autoptico potranno chiarire le cause di questo drammatico evento, per il quale siamo vicini alla famiglia». Intanto per la famiglia «ci sono cose non dette, e soprattutto molto da chiarire. Non è possibile che una donna pronta a partorire, seguita passo dopo passo dallo stesso ospedale si debba poi trovare in una simile situazione».
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