Roma rischia sfratto con una bambina invalida, il Campidoglio: «Nessun titolo per la casa popolare»

Roma rischia sfratto con una bambina invalida, il Campidoglio: «Nessun titolo per la casa popolare»
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Sabato 19 Novembre 2016, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 12:42
Emmanuel Mariani e la moglie Giovanna hanno una figlia di 11 anni invalida al 100% per un errore durante il parto e, proprio a causa della forte difficoltà in cui versavano, nel 2006 chiesero e ottennero dal Comune di Roma, all'epoca guidato dall'ex sindaco Walter Veltroni, un'abitazione dell'Ater in via San Saba. Dieci anni dopo, quell'assegnazione viene ritenuta dallo stesso Campidoglio illegittima e quindi tutta la famiglia rischia di ritrovarsi in mezzo alla strada. Una vicenda kafkiana, tanto che Emmanuel ha scritto direttamente al sindaco di Roma Virginia Raggi sperando si arrivi a una soluzione. Maria Noemi, così si chiama la bambina, ha bisogno di continua assistenza e di macchinari.

«Nel 2006 - racconta all'Adnkronos Emmanuel - feci un appello all'allora sindaco e ai servizi sociali e mi venne assegnata una casa a San Saba, vista anche la frequente necessità di trasportare la bambina all'ospedale Bambin Gesù per sottoporla a cure». Dopo ormai dieci anni la doccia fredda. «Ho ricevuto una lettera dal Comune di Roma nella quale si dice che non avevo titoli per avere la casa», riferisce Emmanuel spiegando che in tutto «sono 288 le assegnazioni contestate. Mi è stato chiesto di presentare delle controdeduzioni, ma è molto probabile che saranno respinte. Secondo loro non avevo il punteggio per ottenere l'alloggio e non ne avevo diritto». Nella lettera, inviata a Mariani dal Dipartimento Erp del Comune di Roma, si rileva «l'assoluta carenza di legittimità dell'assegnazione dell'alloggio».

Una irregolarità venuta fuori, si osserva nella lettera, nell'ambito di un «procedimento penale a carico dei firmatari» della determinazione dirigenziale con cui nel 2006 gli fu assegnato l'alloggio Erp da cui è emerso che «l'alloggio è stato assegnato senza alcun rispetto delle posizioni che precedevano in graduatoria». La strada di un eventuale ricorso giudiziario potrebbe rivelarsi fatale. «Se, come è probabile, rifiuteranno le controdeduzioni e ci chiederanno di uscire dalla casa, dovrei fare una causa ma se poi perdessi il ricorso sarei considerato un abusivo tanto da non poter accedere ad altri bandi per le abitazioni - spiega Emmanuel - Spero che qualcuno si metta una mano sulla coscienza: mi è stato riconosciuto un diritto nel 2006, ora mi viene tolto. Come faccio ad andare in mezzo a una strada con una delle mie figlie paralizzata?».

È giusto punire gli «abusi - continua il padre della bambina - Ma ci sono dei casi che vanno oltre».
Emmanuel, che lavora in Atac, e la moglie, che è disoccupata e si dedica completamente alle cure della figlia, sperano ora in un'intervento della sindaca: «Ho scritto a Raggi - riferisce Emmanuel - e penso che presto incontrerò anche la presidente del I municipio. Mi auguro comprendano la mia situazione: mia figlia è invalida a causa di un errore, avrei certamente preferito non trovarmi in questa situazione, vederla sorridere e non aver bisogno di una casa».
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