Roma, cinquemila bancarelle salvate dal piano

Roma, cinquemila bancarelle salvate dal piano
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 23 Febbraio 2018, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 16:42

«Faremo ordine e riporteremo il decoro per le strade di Roma». Il messaggio che l'amministrazione comunale lascia passare - ormai da mesi - è chiaro. Riordinare il commercio ambulante tra i vicoli della Capitale. Ma se è vero che la prima operazione per la delocalizzazione delle bancarelle più indecorose è partita da via Tuscolana e proseguirà poi nei prossimi mesi in altri luoghi e Municipi (a partire dal centro storico) nell'ottica di un recupero della buona immagine della città e per esigenze legate alla tutela della viabilità, è anche vero che nella Capitale almeno fino al prossimo 2020 resteranno quasi 5mila bancarelle, tra posti stagionali anomali e soprattutto abusivi che, da ponte Mammolo a viale America, continueranno a fare affari. Postazioni ad oggi intoccabili (non c'è infatti nessun provvedimento che li riguardi) e in parte invisibili agli occhi dell'amministrazione che dal 2015, con l'ultimo censimento fatto dall'ex assessore al Commercio, Marta Leonori, non è più andata avanti nell'aggiornamento e soprattutto nella verifica. L'aspetto più drammatico riguarda proprio gli irregolari e gli abusivi: postazioni che sorgono al mattino e macinano quattrini senza lasciare ombra dal momento che i controlli non ci sono. Doppi banchi che aprono al fianco di quelli autorizzati e che per questo si camuffano con i regolari. Ma andiamo con ordine. Qualche settimana fa l'amministrazione comunale ha annunciato il piano di riordino per una parte (residuale) di bancarelle. Sono quelle che secondo il Piano generale del traffico urbano (altro documento di epoca Marino) generano caos e intralcio alla viabilità e che per questo devono essere ricollocate in zone alternative.

I PRIMI SPOSTAMENTI
Si tratta di 690 bancarelle in rotazione (così chiamate perché possono muoversi da un giorno all'altro in diversi stalli su Roma) che vanno da via Regina Elena a via Chiana attraversando tutti i Municipi della città. Una piccola parte in realtà delle bancarelle in rotazione che ammontano a 2.189 unità e che se non generano nella loro interezza intralcio al traffico, recano problemi sul fronte del decoro. Quanti sono, infatti, gli ambulanti che montano in strada manichini per esibire meglio la merce o quelli che scambiano gli alberi come armadi, attaccando sui rami grucce e stampelle? Su questo fronte il cambiamento annunciato sarà comunque lento. Da via Tuscolana sono state spostate appena una ventina di posteggi e il piano per la delocalizzazione delle restanti 690 bancarelle deve ancora essere ultimato. A questo si aggiunge l'altro esercito, quello che, forte della proroga alla direttiva Bolkestein (la direttiva europea che impone la messa al bando delle licenze e una loro notevole riduzione) fino al 2020 continuerà a lavorare indisturbato insieme agli abusivi nei prossimi due anni.

GLI INVISIBILI
Ecco allora la cifra esponenzialmente sale a 5mila unità. In mezzo ci sono sì, i posteggi totalmente irregolari, ma anche gli stagionali, come i venditori di castagne o di cocomeri l'inverno e l'estate, gli anomali (quelli che ad esempio hanno ottenuto un titolo in passato da un Municipio e si sono spostati stabilendosi in altri territori senza denunciarlo e dunque senza permesso) e gli isolati fissi (le bancarelle che hanno ottenuto una concessione per un determinato e specifico posteggio sul suolo pubblico). Soltanto questo triplice gruppo conta 911 posteggi. Quelli più critici - neanche a dirlo - sono gli stagionali che delle stagioni se ne infischiano e vendono prodotti tutto l'anno. Un esempio lampante è dato dai venditori di castagne che tengono in pugno il centro storico con bracieri accessi anche sotto ai 30 gradi. Per tutti questi il Campidoglio non ha ancora proferito parola nonostante il Tavolo del Decoro (istituto nel 2014, che rappresenta insieme al Pgtu uno strumento potenzialmente utile a far ordine) abbia finora lavorato per elencare in molte zone della città quelle bancarelle e i camion bar che non vanno spostati ma cancellati perché arrecano danno all'immagine di Roma e ai monumenti.

ZONE OFF-LIMITS
Un esempio è via della Conciliazione e San Pietro dove le bancarelle (più di 30) andrebbero totalmente depennate dal territorio. Le osservazioni del Tavolo sono lì che aspettano di essere prese in considerazione. Di fatto il Comune finora ha messo mano a un'obbligo sancito dal Pgtu rimandando a una data da destinarsi il vero riordino del comparto. Anche sul fronte dei camion bar, ad esempio, è tutto fermo. Fatto certi i 22 spostamenti attuati dall'ex amministrazione comunale, proprio grazie al Tavolo del Decoro, restano una quarantina di mini-torpedoni alimentari che devono essere spostati. L'assessore al Commercio, Adriano Meloni, aveva annunciato un piano ma di pragmatico ancora non c'è nulla. E Roma resta così: inerme sullo sfondo, mentre gli ambulanti ringraziano sentitamente.

 
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