Bimbo di due anni caduto nella piscina
Annegava, lo ha salvato la sorellina

La piscina del comprensorio alla Giustiniana (Foto Google maps)
di Lorenzo De Cicco e Marco De Risi
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Venerdì 4 Aprile 2014, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 14:31
Se riuscir a salvarsi, il piccolo Dan dovr dire grazie alla sorella di 10 anni. stata lei mercoled sera a trovare il corpo del fratellino che galleggiava nella piscina della villa sulla Giustiniana.



È stata sempre lei a trovare le forze per trascinarlo di peso fuori dall'acqua. Da bordo vasca poi la bambina ha iniziato a urlare per chiamare il padre, Saul Hassan, che ha effettuato un primo tentativo di rianimazione mentre la madre chiamava il 118. Le condizioni del piccolo di 2 anni e 10 mesi, oggi ricoverato nel reparto di Terapia intensiva pediatrica del policlinico Gemelli, rimangono gravi. È in coma profondo, le prossime ore saranno decisive per capire se riuscirà a farcela.



LA VILLA

Nei corridoi del policlinico papà Saul, libico da molti anni in Italia, e mamma Meirav, di origini israeliane, raccontano come una serata di inizio primavera si sia trasformata in un incubo che potrebbe avere cambiato per sempre le loro vite. «Ieri sera verso le 7 e mezza ci siamo accorti che Dan non gironzolava più intorno a noi - ricordano i genitori - A quel punto abbiamo pensato che potesse essere andato in giardino a giocare. I nostri bambini sono abituati a stare all'aria aperta e a giocare fuori. Mai avremmo potuto immaginare quello che poi è successo. È stato tutto così veloce. Un attimo e non lo trovavamo più». I genitori di Dan ieri sono stati contattati dal Commissariato Flaminio Nuovo, che sta svolgendo accertamenti dopo il primo intervento nella villa degli agenti di Ponte Milvio. Con le dovute cautele è stata sentita anche la sorellina di Dan. Secondo le ipotesi degli agenti il bambino potrebbe essere uscito da una porta finestra lasciata aperta di pochi centimetri. Quanto è bastato purtroppo per farlo andare verso la piscina. Una vasca interrata larga 5 metri e lunga 9, profonda appena un metro e 20, ieri al vaglio della polizia scientifica. Le forze dell'ordine in ogni caso non starebbero predisponendo neanche un'informativa di reato, ma solo un'annotazione. Perché da parte dei genitori non sembra esserci alcuna responsabilità. «In questo momento non vogliamo pensare al peggio - aggiungono i coniugi Hassan - Anche se sappiamo che le condizioni sono gravi».



PROGNOSI RISERVATA

La prognosi è riservata. Dal reparto di Rianimazione pediatrica, diretto dal primario Giorgio Conti, ieri facevano sapere che le condizioni del piccolo «rimangono gravi, anche se stabili. Ma l'attività celebrale c'è». Dan è in coma profondo di terzo livello. Non indotto quindi, non farmacologico. Le prossime 48-72 ore saranno decisive per valutare il pericolo di vita. Dalla notte dell'incidente è in ipotermia, a partire da domani i medici proveranno a riscaldarlo per riportare la temperatura alla normalità. I genitori non hanno abbandonato per un minuto la Rianimazione. Hanno pregato con la kippah ebraica. «Non vogliamo pensare al peggio» continuano a ripetere.