La vicenda risale al 2011. Nell'istanza rivolta al tribunale per ottenere il gratuito patrocinio, il penalista dichiara che «il reddito complessivamente percepito dal suo nucleo familiare nel corso del 2011 è stato di 2.200 euro». Per gli inquirenti, si trattarebbe di «informazioni false», si legge nel capo d'imputazione. Il professionista, continua il pm, «ometteva di comunicare di essere comproprietario di una villa a due piani, che in famiglia avevano tre macchine e che le sole spese per le utenze di luce e gas relative al 2010 erano state superiori alle entrate dichiarate». Le omissioni in questione, a detta dell'accusa, «determinavano la falsità della rappresentazione della condizione di reddito indicata nell'istanza». Per il giudice, però, l'avvocato non ha commesso nessun reato. Per questo motivo è stato assolto da tutte le contestazioni.
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