Roma, bustarelle per aprire l'autolavaggio: funzionario del X municipio nei guai

Roma, bustarelle per aprire l'autolavaggio: funzionario del X municipio nei guai
di Adelaide Pierucci
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Martedì 17 Ottobre 2017, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 11:56
L'autolavaggio era già allestito. Mancava la licenza e per ottenerla bisognava pagare una bustarella. Sono stati due i gestori di autolavaggi a Ostia che hanno denunciato un funzionario del X municipio. Allam Said Salah Ibraim si sarebbe sentito chiedere millecinquecento euro. Bakr Kamal Saad Hassanin, egiziano come il collega, tremila. L'impiegato finito sotto inchiesta, Enzo A., istruttore amministrativo presso lo sportello anagrafe del municipio, si è ritrovato così da tre anni sospeso dal servizio e al centro di un processo per concorso in concussione. Con lui, sul banco degli imputati, un fornitore di prodotti per autolavaggi, Roberto B., la sua spalla pronta a seguire la pratica (e la richiesta di soldi) e a intimare a Ibrahim di saldare la somma dovuta: «E' meglio pagare. Non fare il furbo altrimenti Enzo ti farà chiudere». In base alla ricostruzione del pm Erminio Amelio, l'impiegato capitolino «abusando delle sue funzioni induceva Ibrahim a consegnare indebitamente la somma di millecinquecento euro, di cui cinquecento immediatamente consegnati, per predisporre la pratica di rilascio della licenza per un'attività di autolavaggio, ad Ostia, in via Nereidi». E successivamente non avendo ottenuto la restante somma dal gestore dell'autolavaggio lo minacciava «di non consegnargli la licenza, di annullarla o di fargli chiudere il locale». Un reato, secondo l'accusa, commesso appunto in concorso con il fornitore di prodotti di autolavaggi, un piccolo imprenditore che avrebbe «messo in contatto il commerciante egiziano con il dipendente municipale».

LE DENUNCE
E' Ibrahim il primo a denunciare e a fare il nome dell'altro collega che avrebbe subìto lo stesso trattamento dal «signor Enzo dell'ufficio anagrafe», come l'aveva definito. Bakr Kamal Saad Hassanin, conferma e parla di una somma di 3mila euro: mille pagate subito, 2mila in piccole somme. Da qui la seconda imputazione per il dipendente pubblico. «Per poter ottenere la licenza per attività di autolavaggio a mano in via Alessandro Piola Caselli» bisognava versare quella somma, è la ricostruzione della procura. L'imputato in alternativa prospettava che «solo il suo intervento e dietro pagamento gli uffici comunali avrebbero rilasciato la licenza». Dietro invece il pagamento di 200 euro avrebbe risolto delle pratiche «dopo l'intervento dei vigili». I legali dell'impiegato, però, sperano di chiarire le accuse. «Le denunce sono pretestuose e lo chiariremo in aula», dice l'avvocato Elisabetta Lapucci. «L'impiegato lavorava part-time e gestiva regolarmente una seconda attività di servizi. Per non saldare dei conti è saltata fuori l'accusa». I commercianti egiziani ora dovranno essere sentiti in udienza. Il giudice della II sezione penale ne ha disposto la ricerca. Per ora sono irrintracciabili.