Roma, Atac, si cambia: via tutto il cda. Arriva un supermanager

Roma, Atac, si cambia: via tutto il cda. Arriva un supermanager
di Simone Canettieri
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Venerdì 18 Dicembre 2015, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 13:20

Addio vecchio cda a cinque, via libera a un amministratore unico. La svolta di Atac, municipalizzata dei trasporti romani, è stata approvata ieri pomeriggio dall'assemblea dei soci.
E' bastato votare (e approvare) la modifica di un articolo dello statuto. Che d'ora in poi prevede «anche la possibilità» di azzerare gli assetti attuali per accentrare tutto il potere di gestione nelle mani di un'unica persona. Chi sarà il nuovo super dirigente della società? La proposta spetta al Comune, socio unico. E sarà ufficializzata in mattinata, alle 11, quando riprenderà l'assemblea. Finisce così un altro pezzo dell'era Marino: se ne andranno l'ad Broggi, il presidente Roberto Grappelli e i membri del cda.
LE MOSSE
Tra le righe del cambio di statuto ci sono due particolari non da poco che aiutano a delineare il profilo del nuovo conducente di Atac. Il primo: l'amministratore unico potrà rimanere in carica anche un anno e non più tre come il vecchio board. E inoltre percepirà uno stipendio pari al 20 per cento in meno del dimissionario amministratore delegato Danilo Broggi. Calcolatrice alla mano dunque circa 40mila euro all'anno per governare un'azienda con circa 12mila dipendenti e diecimila problemi quotidiani. Tutti elementi che al momento fanno sfumare l'ipotesi di Marco Rettighieri, ex direttore generale di Expo, per settimane in predicato di diventare commissario ai trasporti nominato dal Governo. Ben altra opzione, caldeggiata anche dal prefetto Franco Gabrielli, che sembra essere sfumata.
E così è possibile che il nuovo manager di Atac sia un funzionario del Ministero dei trasporti che avrà, come il commissario Francesco Paolo Tronca, un incarico a tempo: dovrà traghettare la municipalizzata fino alle prossime elezioni. Un commissario senza poteri, né risorse commissariali.
LO SCENARIO
Dopodiché sarà il futuro sindaco a rimettere le mani tra i bulloni della società. La seconda delibera approvata ieri pomeriggio riguarda invece la ricapitalizzazione di Atac: è arrivato il via libera ai 143 milioni sborsati dal Comune che hanno evitato la bancarotta all'azienda della Prenestina.
143 mln
La ricapitalizzazione della municipalizzata decisa ieri dall'assemblea dei soci
Che negli ultimi anni, quelli della gestione Broggi, è riuscita a ripianare i debiti evitando l'ipotesi libri contabili in tribunale. La nuova governance non porterà con sé anche il direttore generale, altra figura assente dopo le dimissioni di Francesco Micheli. Questa figura dovrà essere scelta tramite bando pubblico. Altra ipotesi: la promozione di un dirigente interno. Scenari, entrambi, poco probabili. Così come la privatizzazione di parte dell'azienda, al momento ferma al palo.
LA MISSION
Tra le principali sfide del nuovo manager di Atac ci sarà quella degli immobili. Nei piani del Comune è prevista la vendita di parte del patrimonio. A partire dagli ex depositi di piazza Ragusa e piazza Bainsizza e San Paolo. Ma soprattutto ci sarà da governare l'ordinarietà di un servizio che in maniera cronica è la croce dei romani. Non a caso anche ieri il prefetto Franco Gabrielli è tornato a ripetere un suo vecchio cavallo di battaglia: «Il tema dei trasporti è l'emergenza delle emergenze della Capitale».
Questa è una città, ha proseguito Gabrielli, in cui «Atac ha un debito abnorme e la vicenda della gara per l'acquisto di 700 autobus è andata completamente deserta perché le banche non si fidano più».
 
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