Il suo nome, in passato, è apparso sulle cronache giornalistiche per presunti contatti con personaggi coinvolti nel sequestro di Aldo Moro. I Carabinieri, a seguito di una complessa attività di indagine, sono riusciti a stringere il cerchio intorno al 72enne che, nei giorni immediatamente successivi il fallito blitz di luglio, ha cambiato spesso rifugio, schede SIM – risultate intestate perlopiù a cittadini dell’Est-Europa - e autovetture, queste intestate alle diverse società di cui lo stesso è amministratore unico, alcune delle quali aventi ad oggetto il commercio di autoveicoli e risultando di volta in volta introvabile presso gli indirizzi “ufficiali”. Ed è proprio scavando all’interno della galassia di queste società che i militari sono riusciti ad individuare le persone di fiducia dell’uomo: grazie ad accurati servizi di pedinamento, i Carabinieri sono finalmente riusciti a far scattare le manette ai suoi polsi e a tradurlo presso il carcere di Rebibbia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA