IL RACCONTO
«Erano da poco passate le 10 quando mia moglie ha visto uno degli operatori Ama, che stava svolgendo il solito giro per la raccolta differenziata, scavalcare la recinzione di casa per rubare quello che avevamo lasciato in giardino», racconta Daniele, il proprietario dell'abitazione saccheggiata dai netturbini. «È stata lei, che proprio in quel momento stava uscendo di casa, ad avvertirmi, iniziando a urlare. Io all'inizio ho pensato ai dei ladri, mai avrei immaginato che dei dipendenti pubblici potessero approfittare dei propri turni di lavoro per rubare nelle case che dovrebbero servire». È stata la vicina di casa, racconta ancora Daniele, ad avvertirlo che a compiere il furto erano stati proprio gli operatori dell'Ama. «Dato che conosco il giro che svolgono, mi sono fermato in via Ortona de Marsi, in attesa che passassero di nuovo. E a quel punto li ho bloccati».
LA RINCORSA
Lo scambio di battute si vede bene nel video finito sui social network: Daniele chiede indietro la borsa e i due dipendenti della municipalizzata dei rifiuti, un po' intimiditi, la restituiscono. Poi arriva lo sfogo del cittadino derubato: «Voi avete il posto fisso e andate pure a rubare? Io vado a lavorare, vado a fare il muratore». «Alla fine l'operatore mi ha chiesto scusa - aggiunge Daniele - ha provato a giustificarsi dicendo che ha due figlie da mantenere. Ma io la penso all'opposto: proprio se hai una famiglia, certi errori non li devi commettere. Io ho una ditta edile da sei anni, faccio lavorare due operai e per restare in regola vengo schiacciato dalle tasse. Che senso ha farci la guerra tra di noi? Anche per questo alla fine non li ho denunciati».
LA DECISIONE
Appena ha visto il video su Facebook, il presidente di Ama, Daniele Fortini, ha preso provvedimenti immediati. «Abbiamo avviato un'inchiesta interna - spiega - che ha consentito di individuare i 2 operatori coinvolti che sono stati immediatamente sospesi dal servizio e dalla retribuzione in via cautelativa in attesa dell'accertamento. Saremo severi. Dai primi riscontri, sembrerebbero esserci i presupposti per licenziare».