I VERBALI
Il sostituto procuratore Roberto Felici, titolare del fascicolo, ha individuato tre verbali sospetti redatti dai vigili. La contestazione all'automobilista albanese di eccesso di velocità, la mancata segnalazione dell'indicatore di segnalazione prima di una svolta e infine il mancato arresto del mezzo al loro alt. Tre verbali poi smontati dai testimoni. Gli stessi che i vigili urbani avevano indicato nel loro rapporto girato alle assicurazioni. Ascoltati su delega del magistrato un tassista e un ciclista, quel giorno di passaggio in via della Conciliazione, hanno raccontato di aver visto l'auto dei vigili tamponare l'auto che li precedeva, senza riscontrare inseguimenti ed altre anomalie, compresa l'alta velocità. I due vigili urbani si sono ritrovati a processo davanti al gup Anna Maria Fattori, che ha ritenuta veritiera la ricostruzione della procura, e ha condannato entrambi gli imputati a due anni di carcere (pena sospesa) così come sollecitato dall'accusa.
LA RICOSTRUZIONE
Nel capo di imputazione il pm Felici aveva contestato loro anche l'aggravante di aver proceduto al rilievo dell'incidente nonostante avessero l'obbligo di astenersi da tale compito, considerato il loro coinvolgimento diretto. In quel caso, sono state le conclusioni dell'accusa, gli stessi vigili avrebbero dovuto allertare un'altra forza di polizia. In seguito alla segnalazione dei vigili urbani le assicurazioni si erano all'inizio attivate a sfavore dell'auto tamponata. «Non ho visto inseguimenti», aveva detto un ciclista interrogato dalla polizia giudiziaria su delega della procura. «Ho visto - ha aggiunto - l'autovettura di servizio dei vigili tamponare la Fiat Punto che la precedeva». E per i vigili sono cominciati i guai, che li hanno portati dritti alla condanna.