Mafia Capitale, l'intervista Roberta Lombardi: «Basta alibi, ora governiamo»

Mafia Capitale, l'intervista Roberta Lombardi: «Basta alibi, ora governiamo»
di Simone Canettieri
3 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Luglio 2017, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 11:47
Onorevole Roberta Lombardi, non era mafia, quella di Roma.
«E' caduta l'associazione mafiosa - dice la deputata del M5S - ma ne sono rimaste in piedi tante: è emerso un sistema criminoso, altamente organizzato. Se il Pd e i partiti che sono finiti dentro l'inchiesta lo preferiscono, da oggi diremo che alcuni dei loro esponenti, tra cui Buzzi, finanzatore del Pd e tesserato del Pd, facevano parte di un sistema di criminalità organizzata».

L'inchiesta fu il vostro propellente elettorale.
«Sicuramente incise, ma non credo sia stata il nostro propellente elettorale. Da oltre 10 anni io, così come migliaia di attivisti, lavoriamo duro sul territorio».

Ma a distanza di un anno l'inchiesta non sta ancora rappresentando un alibi?
«No, assolutamente. Non deve proprio esserlo, un alibi. Occorre avere consapevolezza delle difficoltà, perché quando dopo tre mesi sentivo dire non è cambiato nulla mi veniva da ridere. Insomma, ci hanno messo 20 anni a ridurre Roma in queste condizioni e il M5S avrebbe dovuto cambiare tutto in tre, quattro, cinque mesi».

Ma è passato un anno, però.
«Ora è evidente che le responsabilità sono tutte nostre. Ora tocca a noi e dobbiamo mostrare di che pasta siamo fatti. Senza scuse».

E' sicura che ci sia ancora una differenza etica tra loro e voi?
«La differenza c'è, è netta e ben marcata nelle regole interne che ci diamo. Quale altro partito candida solo incensurati? Quale altra forza politica a una condanna di primo grado o anche di fronte a una indagine per reati gravi sospende il suo esponente o, come nel caso del M5S, il suo portavoce? Nessuno. E' un principio inderogabile. Ma la differenza tra noi e gli altri è che se nel M5S sbagli, ne paghi le conseguenze di fronte ai cittadini; mentre se sbagli nel Pd o nel centrodestra, nel peggiore dei casi ti ritrovi ministro...».

Ma i pm hanno bussato in Comune anche con il M5S.
«Guardi, se si riferisce al caso Marra e Romeo, il sindaco ha già chiarito tutto. Sono stati commessi degli errori, Virginia si è scusata, cos'altro avrebbe dovuto fare? Ora queste persone sono fuori e il M5S, nonostante tutto, ha dimostrato di avere gli anticorpi di fronte ai tentativi di infiltrazione. E' solo un peccato che la mia voce non sia stata ascoltata subito, ma l'importante è che alla fine sia stata intrapresa la strada giusta».

Intanto, avete cambiato il vostro codice etico. Siete diventati garantisti?
«Governare comporta dei rischi, lo sappiamo. Ma qui il garantismo non c'entra. Ha detto bene, il nostro codice è etico. Di fronte a una indagine per corruzione, per mafia o altri gravi reati non si attende ovviamente il rinvio a giudizio, bensì si agisce subito. L'etica è qualcosa che la politica ha perso tanti anni fa».

Virginia Raggi si è data 7 come sindaca: concorda?
«Io credo che ogni valutazione sull'operato di un amministratore pubblico debbano darla sempre i cittadini».

Prima i boatos, poi il selfie con Grillo, a settembre scioglierà la sua riserva sulla candidatura alla presidenza Regione?
«Vedremo, ricevere l'appoggio di molti attivisti come sta accadendo in questi giorni mi dà forza, mi riempie il cuore e mi spinge a mettermi in gioco. Ora aspettiamo l'estate, poi a settembre tireremo le somme. In ogni caso ci saranno le primarie online e mi auguro un'alta partecipazione».

Ma da romana finora ha riscontrato il cambiamento promesso dal M5S un anno fa?
«L'amministrazione ha già raggiunto diversi obiettivi, ma si deve fare di più. Questo deve essere uno stimolo a crescere».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA