Rifiuti, l'Emilia Romagna dice sì a Roma: conto più salato per la Raggi

Rifiuti, l'Emilia Romagna dice sì a Roma: conto più salato per la Raggi
di Simone Canettieri
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Sabato 30 Dicembre 2017, 19:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 04:59

Solo per 43 giorni, solo per questa volta. La Regione Emilia Romagna dice sì ai rifiuti della Capitale. La giunta Bonaccini (Pd) smaltirà 15mila tonnellate di immondizia proveniente da Roma, che saranno divise nei termovalorizzatori di Parma, Modena e Granarolo (Bologna). «Ovvero - dice l'assessore regionale ai rifiuti Paola Gazzolo - il triangolo del nostro sistema virtuoso». Il Campidoglio pagherà per questo servizio aggiuntivo di export la cosiddetta «quota verde» per il disturbo alle amministrazioni coinvolte nell'operazione: in tutto 300mila euro, 20 euro a tonnellata smaltita.

Ci sarà dunque il paradosso di una giunta M5S (quella di Virginia Raggi) costretta a pagare quella di Parma di Federico Pizzarotti per l'uso del contestato termovalorizzatore, che costò al sindaco emiliano la rottura con Beppe Grillo. Una (salata) nemesi figlia dei paradossi interni ai pentastellati, ma ora poco importa. Con questo provvedimento, «tassativamente non reiterabile», spiega il governatore Bonaccini, Roma potrà uscire dall'emergenza di questi giorni. Una lunga teoria di cartoline dei quartieri ricoperti dall'immondizia, da nord a sud, passando per Ostia, il litorale, dove da qualche giorno si registrano anche gli incendi ai cassonetti. Fotografia di un'emergenza che si ripete ciclicamente per le feste ma anche in estate. Dimostrazione che le mosse adottate dall'Ama non hanno funzionato: impianti stracolmi, pochi camion a disposizione e troppo personale che alla fine è rimasto con le mani in mano.

I TEMPI
I primi viaggi dei tir targati Roma sulla via Emilia sono attesi a partire da metà della prossima settimana, quando il provvedimento diventerà operativo a tutto gli effetti. Lunedì la firma in calce, ufficiale. L'augurio del Campidoglio è di avere, visto il Natale e il Capodanno in piena crisi, almeno una Befana con la città pulita. «Lo facciamo - spiega il governatore Bonaccini - per solidarietà istituzionale e senso di responsabilità di fronte a difficoltà che non possono continuare a ricadere sui cittadini».
I MODI
Roma dunque è stata accontentata. Seppur momentaneamente: ha chiesto di smaltire 350 tonnellate giornaliere e così sarà. La disponibilità dell'Emilia Romagna non supererà però i 43 giorni pieni in lasso di tempo complessivo di 60 giorni.
Ecco infatti cosa dice la delibera che arriva da Bologna. In caso di giornate «senza smaltimenti o con smaltimenti parziali», si legge nel provvedimento, l'atto della giunta pd fissa comunque in massimo 60 giorni effettivi l'impegno regionale a partire dal primo conferimento.
I costi e le modalità di pagamento saranno pattuiti tra i gestori degli impianti di partenza e di arrivo dei rifiuti, in linea con i costi emiliano-romagnoli. La mancata auto-sufficienza costerà alle casse del Comune 300mila euro, appunto.

LE REAZIONI
Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti commenta la buona notizia e ribadisce quanto dichiarato a Il Messaggero ieri: «La soluzione trovata, emergenziale e dunque necessariamente limitata nel tempo, è utile a scongiurare l'ennesima situazione di crisi per Roma: si usi questo tempo e questa apertura istituzionale per individuare le soluzioni strutturali che da tempo mancano a Roma quando si parla di chiusura del ciclo integrato dei rifiuti».

Il governatore uscente del Lazio Nicola Zingaretti ringrazia il collega e «i sindaci, anche del Lazio, che da molto tempo aiutano sui propri territori la Capitale». Matteo Renzi, segretario del Pd, interviene su Twitter: «Trovo doveroso dire grazie al Presidente sbonaccini e all'Emilia Romagna per il senso di responsabilità mostrato sulla vicenda

Rifiuti. Se Roma non va in crisi è merito dell'azione di sostegno dell'Emilia Romagna. Governare significa essere competenti e capaci, bravo Stefano».
In questa giornata dell'orgoglio emiliano-romagnolo, è proprio il presidente dem a rilanciare: «Sia chiaro, però, che è ora di dire basta, di cambiare e adottare ovunque misure strutturali che portino a una svolta - dice Bonaccini - senza dover ricorrere all'intervento di altri territori virtuosi».

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