Ama, via il presidente: pool per gestire i rifiuti: scoppia il caso Cerroni

Ama, via il presidente: pool per gestire i rifiuti: scoppia il caso Cerroni
di Fabio Rossi
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Mercoledì 27 Luglio 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 19:47


Con la città che si riempie di sacchetti e cassonetti traboccati, il corto circuito dell'emergenza rifiuti fa scoccare la scintilla più grossa, con un nome che a Roma significa (purtroppo) moltissimo: Malagrotta. «Cerroni ha sempre detto che ha a disposizione 250 mila metri cubi per ospitare rifiuti, che corrispondono a 300 mila tonnellate», sottolinea il presidente dell'Ama, Daniele Fortini, uscendo da palazzo San Macuto, dove ha incontrato il presidente della commissione Ecomafie, che domani convocherà anche Virginia Raggi, per sentirla nei giorni successivi. Quindi, chiedono a numero uno dell'Ama, potrebbe riaprire la discarica? «Certo che sì», è la risposta che apre il caso del giorno, in un momento in cui l'emergenza si fonde con un necessario rinnovo dei vertici della municipalizzata: «Il 4 agosto convocherò l'assemblea di Ama: al primo punto dell'ordine del giorno ci sarà la presa d'atto delle dimissioni del cda e al secondo punto la nomina del nuovo organo amministrativo dell'azienda - spiega Fortini - Spero che l'amministrazione capitolina sia in grado di nominare i nuovi vertici». La rottura è consumata, in modo netto. A stretto giro arriva il tweet della Raggi: «Malagrotta non riapre, si bonifica e abbiamo pronta una delibera - scrive il sindaco - A proposito di profezie, Tmb a Roma pieni da ottobre, Fortini dov'era?».

IL DOCUMENTO
In Campidoglio commentano negativamente - «assolutamente inadeguato e inadatto a una situazione del genere» - il testo del programma operativo richiesto dall'assessore Paola Muraro a via Calderon de La Barca per riportare velocemente alla normalità la città sul fronte dei rifiuti. «Un documento che un documento non è, ma una bozza, nemmeno scritta su carta intestata dell'azienda e senza la firma del presidente Fortini ma di un direttore», commenta la Muraro su Facebook. Ma Fortini non è d'accordo: «È stato redatto dai nostri tecnici con quelli del Dipartimento Ambiente e contiene una serie di azioni che nell'immediato dovrebbe produrre il sollievo desiderato dai cittadini, dall'amministrazione e soprattutto da Ama».
 
Nel piano dell'azienda si parla di pulizia delle strade, raccolta di carta e cartone e impiantistica, su cui erano state segnalate criticità, ma non si prevede l'uso del tritovagliatore del Colari, sul cui utilizzo c'era già stato un botta e risposta tra l'assessore e il presidente dell'Ama. Insomma, tra il numero uno dell'azienda e l'amministrazione il rapporto si è definitivamente deteriorato, tanto che da Palazzo Senatorio guardano già avanti: «Se conferma le dimissioni, in una situazione come questa, Fortini rinunci al premio di produttività». Ma per i nuovi vertici di via Calderon de La Barca, i tempi non saranno brevissimi. L'amministrazione ha già una road map che prevede una cabina di regia interna all'azienda, una sorta di audit per guidare l'Ama nei prossimi tre-quattro mesi di lavoro. In attesa che in autunno, probabilmente tra ottobre e novembre, venga nominato il nuovo management.

LA FRENATA
Sulla vecchia discarica, l'inquilina del Campidoglio non ha dubbi: «La riapertura di Malagrotta non è un'ipotesi che prenderemo mai in considerazione - sottolinea la Raggi - Al contrario, andiamo avanti verso la bonifica, che Cerroni dovrà portare a compimento in tempi rapidi», sottolinea la Raggi, che avanza un sospetto: «La situazione di pre-emergenza a Roma era chiara fin dalla campagna elettorale, ma qualcuno ha optato per la linea attendista. Vogliamo pensare che lo abbiano fatto per metterci il bastone in mezzo alle ruote?». Ma Fortini replica: «L'impianto della Salaria è stato riaperto a ottobre, mentre per quello di Rocca di Cencia non ci sono mai stati problemi». L'assessore regionale Mauro Buschini è netto: «Malagrotta è chiusa e per quanto riguarda la Regione Lazio non riaprirà più». E il numero uno di Ama riconosce: »con la Regione c'è stata collaborazione, altrimenti non avremmo potuto portare rifiuti a Latina e Frosinone, e nemmeno in Abruzzo». Intanto Stefano Fassina (Sinistra italiana) chiede un consiglio comunale straordinario sul tema.