L'ex commissario Sottile sotto inchiesta
«falsi test a Pian dell'Olmo
per favorire il consorzio della Colari»

L'ex commissario Sottile sotto inchiesta «falsi test a Pian dell'Olmo per favorire il consorzio della Colari»
di Sara Menafra
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Domenica 12 Gennaio 2014, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 10:20
Scatole e scatole di documenti sequestrati giovedi scorso sono ora all'attenzione dei pm Alberto Galanti e Maria Cristina Palaia oltre che dei carabinieri del Noe.

Atti decisivi per dare il via alla seconda parte delle indagini sulle discariche del Lazio e in particolare all'approvazione, sventata all'ultimo dalla procura di Roma con un sequestro, dell'Autorizzazione di impatto ambientale per Monti dell'Ortaccio. La zona a pochi metri da Malagrotta che secondo i piani del Ras delle discariche Manlio Cerroni avrebbe dovuto diventare la nuova discarica “transitoria” di Roma, sebbene gli scavi avviati senza autorizzazione avessero fatto emergere un vero e proprio lago all'interno dell'invaso, a dimostrazione del contatto diretto con la falda acquifera e del rischio mostruoso che l'intera città avrebbe corso se in quell'acqua fossero state buttate tonnellate di rifiuti.



REGISTRO INDAGATI

Per consentirgli di spiegare le sue ragioni, nei prossimi giorni l'ex commissario ai rifiuti Goffredo Sottile potrebbe finire nel registro degli indagati. Perchè è sua la firma sull'atto, al momento considerato illegittimo, che avrebbe dato il via alla nuova discarica. «Non so se esisteva questa rete di Cerroni, ma sicuramente io ne ero fuori. Non ho nulla di cui pentirmi, né motivi per dubitare del mio comportamento», ha dichiarato ieri Sottile: «Questa sorpresa penale - ha affermato parlando dell'inchiesta - mi ha lasciato molto amaro in bocca». A suo carico, però, stando alle carte dell'indagine, ci sono almeno due elementi. Da un lato le telefonate con Cerroni immediatamente dopo la sua nomina, avvenuta il 25 maggio 2012.



SUGGERIMENTI

Il 9 giugno, Sottile chiamava Cerroni per accordarsi sui rilievi da fare a Pian dell'Olmo, un'altra delle località gestite dal ras delle discariche, anche se non di sua proprietà, lasciando che fosse Cerroni a suggerirgli come consulente per i controlli ambientali, in teoria dunque come “controllore” tecnico, il suo ingegnere di fiducia. Il 12 i due si incontrano “informalmente” e il giorno dopo Francesco Rando, principale socio in affari di Cerroni chiama un collega per raccontargli. Rando: «Il Prefetto era reduce da...non so se lo sapevi? Io no!.Naturalmente a Malagrotta»; Zagaroli: «Beh era uscito sui giornali che avrebbe visto...»; Rando: «Vabbè, però, detto ciò, lui ha apprezzato, ha detto Siete bravi e gli ha illustrato quella sua proposta...Vabbè diciamo che tra Natale e Pasqua, lui s'è impegnato che se nel giro di qualche giorno gli danno il via, fra Natale e Pasqua, lui salva la Patria, nel senso che mette in atto....». Nell'arco di venti giorni, la notizia che la discarica sarà a Monti dell'Ortaccio diventa ufficiale e nota negli ambienti politici.



FIRMA CIVITA

Da verificare è anche il comportamento dell'attuale assessore all'ambiente della giunta Zingaretti, Michele Civita. Quando era assessore allla provincia, sempre con Zingaretti, stava per rilasciare una autorizzazione “retroattiva” per rendere “legale” l'impianto di trattamento rifiuti di Rocca Cencia. Le intercettazioni di quei giorni, siamo nel 2011, parlano di pressioni dirette di Cerroni su Civita con una «neppure troppo velata minaccia di creare un problema igienico-sanitario simile a quello vissuto dalla città di Napoli». Pressioni su cui ora gli inquirenti potrebbero volere ulteriori chiarimenti. Intanto, ieri il governatore della Regione Nicola Zingaretti ha deciso di costituirsi parte civile nell'indagine.
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