Rifiuti, Cerroni tra gli indagati. Muraro e il caso consulenze

Rifiuti, Cerroni tra gli indagati. Muraro e il caso consulenze
di Michela Allegri e Cristiana Mangani
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Sabato 30 Luglio 2016, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 16:34

Tre, quattro, forse addirittura sette inchieste aperte. Lo scandalo rifiuti e la malagestione dello smaltimento sono al centro dell'attività della procura di Roma. E nel fascicolo dove vengono contestati l'associazione per delinquere e il traffico illecito di rifiuti, primo indagato di un lungo elenco, è ancora il ras delle discariche, il novantenne Manlio Cerroni. Gli ultimi anni del Supremo non sono stati facili dal punto di vista giudiziario: è finito in manette ed è già sotto processo per accuse che vanno dall'inquinamento ambientale all'abuso d'ufficio al falso. Ma la sua pluriattività su tutto ciò che è monnezza rischia, questa volta, di travolgere più di dieci anni di gestione Ama. Così tre giorni fa su mandato del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del pm Alberto Galanti i carabinieri del Noe hanno effettuato un voluminoso sequestro di documentazione che racconta l'intero meccanismo del riciclaggio della spazzatura, partendo da chi, tra funzionari, dirigenti e consulenti della Municipalizzata, ha avuto il compito di catalogare i rifiuti.

Ed è proprio intorno a questa fase produttiva che potrebbe rientrare nell'indagine l'attività svolta dal neo assessore all'ambiente della Giunta Raggi, Paola Muraro, insieme alle consulenze che ha accumulato negli anni, da quella alla Impregilo fino alla Bioman, società che nel 2013, quando lei è andata via, ha ottenuto da Ama commesse per oltre venti milioni di euro.

Laurea in scienze agrarie e un curriculum di tutto rispetto, l'esperta è entrata come consulente nella municipalizzata più di dodici anni fa e ha lasciato l'incarico nel 2014. Suo il compito di controllare la qualità dei rifiuti in ingresso e in uscita dei Tmb dell'Ama di Rocca Cencia e di via Salaria, ora al centro dell'inchiesta insieme con gli stabilimenti gemelli di Malagrotta per aver trattato una quantità di rifiuti inferiore rispetto a quanto stabilito dal contratto di servizio. La sua attività di consulenza (dal 2009 al 2014) le ha assicurato compensi sui quali la procura intende fare accertamenti.

I QUATTRO IMPIANTI
I pm hanno rimesso le mani nello smaltimento dei rifiuti su un doppio fronte, ambientale ed economico, visto che insieme con il Noe indagano anche il comando provinciale della Guardia di finanza e il procuratore aggiunto Paolo Ielo. L'attenzione è puntata, da un lato sul tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà della Colari (di Cerroni) e ora affittato alla ditta Gino Porcarelli srl, dall'altro su quattro impianti di Trattamento meccanico-biologico dei rifiuti capitolini. Due, di proprietà di Cerroni, si trovano a Malagrotta. Gli altri, dell'Ama, sono a Rocca Cencia e in via Salaria. Per ricostruire le fasi di riciclaggio dei rifiuti, i carabinieri hanno sequestrato negli uffici della Porcarelli tutta la documentazione riguardante la gestione del servizio di tritovagliatura dei rifiuti solidi urbani, oltre alle offerte commerciali avanzate ad Ama.

I militari sono andati anche alla E.Giovi srl e hanno preso gli atti sui quantitativi fos, ovvero il terreno vegetale pregiato, prodotti da Tmb M1 e Tmb M2, e smaltito nella discarica di Malagrotta nel periodo che va dal 2009 al 2015, compresi i quantitivi totali di rifiuti utilizzati in discarica, suddivisi anno per anno e per codice, se diversi da Fos. Altra acquisizione è avvenuta alla Co.La.Ri. e all'Ama, dove hanno prelevato documenti su tutta la movimentazione dei rifiuti dal recupero sulle strade fino al trasporto e allo smaltimento.

IL TRATTAMENTO
Cosa vuole sapere la procura attraverso la lettura di questi registri? Probabilmente vuole accertare se gli stabilimenti in questione abbiano smaltito e smaltiscano meno immondizia rispetto a quanto dichiarato. Perché nell'impianto arrivano materiali non trattati. La parte secca viene trasformata in Cdr, cioè combustibile derivato dai rifiuti, destinato al recupero energetico in sistemi di termovalorizzazione. La percentuale umida diventa invece Fos, ossia frazione organica stabilizzata, un materiale igienizzato utilizzato prevalentemente nelle attività di copertura delle discariche. Il resto diventa scarto di lavorazione. Il sospetto degli inquirenti è che dagli impianti comunali siano usciti Cdr e Fos non conformi alle normative nazionali.

Per ricostruire tutti questi passaggi il Noe ha sequestrato una sfilza di carte, alcune anche a firma dell'assessore Muraro. Si tratta di documenti sui rifiuti in ingresso, rapporti commerciali tra l'Ama e i fornitori, relazioni sulla qualità dei materiali prodotti e, soprattutto, sulla quantità.