Rifiuti a Roma, cambia la tassa Piano anti-evasione: «Riscossione ai privati» `

Rifiuti a Roma, cambia la tassa Piano anti-evasione: «Riscossione ai privati» `
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 12 Giugno 2016, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 13:28
Per dare la caccia agli evasori romani della Tari (oltre il 20% dei residenti riesce a schivare bollettini e cartelle) il Comune pensa di rivolgersi ai privati. Agenzie specializzate per provare a guarire la Capitale da uno dei suoi mali endemici, la grande fuga dalla tassa sui rifiuti. Oltre 30mila negozi (su 160mila utenze «non domestiche») la fanno franca ogni anno. Uno dei motivi per cui chi abita a Roma è costretto a pagare una delle tariffe più alte d'Italia, anche al netto della (piccola) sforbiciata verso il basso arrivata nel 2015.

Ecco allora l'idea di appaltare il servizio a ditte esterne. L'ipotesi è contenuta nella convenzione approvata tra l'Ama e il Campidoglio subito dopo il nuovo contratto di servizio del 12 maggio scorso. Oltre al fatto che d'ora in poi sarà il Comune a incassare direttamente i proventi della tassa, per poi ridistribuirli all'Ama in base agli obiettivi raggiunti, la novità è che dal 2017 in poi anche la gestione della Tari, compresa la riscossione, potrebbe staccarsi dalla municipalizzata dei trasporti. In sostanza le ipotesi previste dalla convenzione sono tre: il servizio potrebbe restare all'Ama; potrebbe essere internalizzato dal Comune o dalla sua parteciapta Aequa Roma. Oppure - ed è questo lo scenario più innovativo - l'amministrazione potrebbe decidere di pubblicare un bando per affidare il servizio al miglior offerente.

Resta da capire che fine faranno i 200 impiegati amministrativi che oggi si occupano (con risultati non proprio brillanti) della gestione della tariffa per conto dell'Ama. Nel caso in cui la riscossione passasse al Campidoglio, potrebbero essere assorbiti nel mare magnum dei dipendenti capitolini. Diverso lo scenario se il servizio venisse messo a gara sul mercato.

IL BUCO
Una cosa è certa: entro il 1 gennaio 2017 una decisione va presa. E serve un cambio di rotta. Anche perché le ultime ricognizioni realizzate dai tecnici del Campidoglio hanno fatto emergere dati allarmanti sulla riscossione dei tributi locali. L'ultimo bilancio di previsione, approvato dalla gestione commissariale, parla di oltre un miliardo di euro evaso dalla tariffa rifiuti negli ultimi sei anni. Per fare un paragone, è più di quanto il Comune spenda in un anno attraverso il contratto di servizio. Una montagna di incassi dispersi, tra bollette mai pagate, arretrati non riscossi, evasori sfuggiti agli ispettori della municipalizzata.

Un report drammatico, che tira le somme di una città dove 30mila esercizi commerciali non pagano la Tari. Ristoranti, bar, negozi, uffici. Gli accertamenti avviati dall'Ama alla fine del 2015 hanno fatto emergere che il 20% delle utenze non domestiche della Capitale sono sedi fantasma: producono immondizia, ma non hanno mai pagato la tariffa sui rifiuti. Per 2.400 locali è già stata avviata la pratica per la regolarizzazione. Ma, almeno per il momento, è poco più di una goccia nell'oceano dell'evasione. Ecco perché l'ipotesi privati è pronta a scattare.
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