Gli ospedali romani non hanno particolari riserve d'acqua, nel caso limite di una interruzione di erogazione di acqua possono soddisfare in autonomia il fabbisogno del nosocomio per massimo 8-10 ore.
Eppure a Roma, nei condomini si è tornato a parlare di cassoni e da un mese a questa parte i romani più lungimiranti hanno iniziato a fare scorte d'acqua. Per ora la riduzione dell'approvvigionamento non sembra preoccupare solo le ambasciate. Almeno a sentire l'addetto stampa dell'Ambasciata d'Olanda Aart Heering: «Per ora non abbiamo preso nessuna misura particolare, ce l'hanno comunicato e ci adeguiamo perché conosciamo la serietà della questione. Noi faremo come tutti i romani, daremo meno acqua all'aiuola, cercheremo di utilizzarla il meno possibile, ce la faremo, non chiuderemo. Lunedì comunque ne parleremo seriamente».
E poi, serafico: «Noi spesso abbiamo problemi al contrario in Olanda: troppa acqua, negli anni passati gran parte del paese è stato evacuato per la minaccia di inondazioni dei grandi fiumi Reno e Mosa. Il problema siccità da noi non si pone ma anche per Roma so che è una novità, mi rendo conto della situazione straordinaria. Per questo faremo esattamente come i romani: ci adegueremo alle regole e all'emergenza». Meno loquace ma sulla stessa linea il collega britannico, l'addetto stampa dell'ambasciata inglese Pierluigi Puglia: «Ancora non sappiamo niente, che posso dire? Se è una decisione presa dalle autorità locali ci adegueremo».
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