Secondo il pm Silvia Pirro, le sostanze «per quantità, qualità, modalità di confezionamento e ritrovamento si devono ritenere non destinate a un uso esclusivamente personale». Anche se Dennie, come preferisce essere chiamato, ha provato a sostenere il contrario: «È solo per me». La stessa versione è stata fornita al giudice anche da A. M., un giovane italiano arrestato insieme al quarantacinquenne, che occasionalmente accompagnava Kishna guidando la sua Audi. «Non ho la patente», si è giustificato Dennie, originario del Suriname. Per lui il giudice ha convalidato l'arresto stabilendo come misura cautelare l'obbligo di firma due volte alla settimana, in attesa che si apra il processo.
IL DESTINO ROMANO DEI KISHNA
Dal padre manager al figlio calciatore, di sicuro, per ora, le vacanze romane dei Kishna non hanno ancora prodotto i risultati sperati. Il funambolico Ricardo, campioncino olandese nato nel 1995, aveva lasciato i lancieri dell'Ajax cercando la consacrazione definitiva nel campionato italiano. Per lui, il presidente della Lazio Claudio Lotito spese 4 milioni di euro. Era l'estate del 2015 e tutto per la talentuosa ala col vizio del dribbling sembrava andare per il verso giusto. Ma, all'esordio col botto in serie A contro il Bologna, in cui fornì un assist a Candreva e segnò la sua prima rete, seguì una stagione altalenante con 16 presenze complessive, fra coppa e campionato, e appena 2 reti.
Un ruolino di marcia non esaltante, insomma, che si è ripetuto anche nella stagione in corso, tanto da spingere la società biancoceleste a cederlo in prestito alla squadra francese del Lille. Invece di raggiungerlo in Francia, suo padre Dennie, che aveva seguito il figlio dall'Olanda, impegnandosi a tempo pieno nella sua procura, ha preferito rimanere a Roma, aspettando il ritorno. Scoprendo dopo ieri che, oltre al calcio, anche la politica di tolleranza sulle droghe leggere è decisamente diversa da quella in vigore nei Paesi Bassi.