Roma, «La Regione bloccata per le assenze», record di sedute sospese per mancanza del numero legale, Zingaretti preoccupato

Roma, «La Regione bloccata per le assenze», record di sedute sospese per mancanza del numero legale, Zingaretti preoccupato
di Mauro Evangelisti
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Domenica 17 Aprile 2016, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 10:41
Prendi i soldi e scappa. Funziona così: se tu consigliere regionale del Lazio, che incassi ogni mese 8.500 euro di indennità, fai più di due assenze ingiustificate in un mese, ti vengono decurtati 200 euro. Il problema è che è sufficiente firmare a inizio seduta per evitare la multa, anche se magari te ne vai per i fatti tuoi e diserti le votazioni. Morale: spesso manca il numero legale, il consiglio salta eppure nessuno viene multato. Basta andare a vedere le statistiche per avere una dimostrazione. Anno 2014. Stando ai numeri ufficiali i consiglieri regionali del Lazio sono stati bravissimi (se si esclude una di M5S, assente super giustificata perché in maternità): tutti viaggiavano sopra l'80 per cento di presenze. E infatti in un anno, solo una volta a un consigliere regionale, Marino Fardelli, sono stati tolti i 200 euro. Eppure, statistiche alla mano, quell'anno 6 sedute furono annullate per mancanza di numero legale. Attenzione: in realtà in cui mancò il numero legale furono molte di più, però di solito si aggiorna la seduta e si chiamano al telefono gli assenti perché tornino.
PEGGIORAMENTO
La situazione dal 2014 è migliorata? No, è peggiorata, anzi nel 2016 è precipitata: una volta su quattro il consiglio regionale è saltato per mancanza di numero legale. E visto che a doverlo garantire è la maggioranza, è il segnale che qualcuno, soprattutto nel Pd, ha mal di pancia. Tanto che Zingaretti si dice preoccupato. Tanto che il segretario regionale del Pd, Fabio Melilli, è infuriato: «Non va bene, negli ultimi tempi il consiglio regionale lavora troppo poco. Non possiamo fermare l'azione riformatrice, questo rallentamento è deleterio, stanno bloccando riforme come l'applicazione della Delrio». Le statistiche sono impietose: nell'arco della legislatura, da aprile 2013 ad aprile 2016, il consiglio regionale si è riunito 175 volte per un totale di 56 sedute (ogni seduta può durare più di un giorno). Non è una media da stakanovisti, parliamo di un arco temporale di mille giorni. Nonostante questo, 17 volte è mancato il numero legale, dunque è un consiglio che si riunisce poco e in cui spesso, una volta su 10, vince l'assenteismo. C'è poi la nota dolente delle leggi prodotte: è andata un poco meglio dell'epoca Polverini: nella scorsa legislatura 43 leggi in 36 mesi, in questa 53 nello stesso arco temporale. Ma nel 2016 la frenata. Mario Abbruzzese, oggi consigliere regionale di FI, nella scorsa legislatura era presidente dell'assemblea e denunciò il malcostume di chi firma e poi va via: «Prosegue anche oggi, è evidente. Però sia chiaro: il numero legale lo deve garantire la maggioranza». I 5Stelle: «Abbiamo varato leggi di quattro articoli in cinque sedute perché non c'era mai il numero legale per approvare gli emendamenti. Osservato consiglieri venire in aula, firmare e andare via».

ZINGARETTI
Nicola Zingaretti è preoccupato, ripetono in Regione.
Detto da lui, prudente per statuto, un ”preoccupato” può politicamente essere tradotto in ”infuriato”. Le leggi bloccate da molti mesi in consiglio regionale sono numerose e importanti. Ad esempio, è ancora ferma quella sul commercio: promessa da anni, prevede tra l'altro la norma che consente a Roma Capitale di allontanare i camion bar dai monumenti. Ferma la riforma istituzionale, vale a dire l'applicazione della legge Delrio che riguarda la riorganizzazione delle province e delle Città metropolitane e anche i poteri a Roma Capitale. Arenate la legge sui servizi sociali, la riforma delle Ater, l'unione tra Cotral e Astral. Zingaretti è preoccupato, è la tesi dei suoi, perché in tre anni «si è fatto tantissimo e ora sarebbe il momento di rilanciare». Che ci siano mal di pancia in maggioranza è evidente: la ridistribuzione di poltrone in consiglio - Valeriani capogruppo, Vincenzi presidente della commissione Bilancio, Favara all'antimafia e Ciarla vicepresidente del consiglio regionale - non ha garantito la ripartenza.

 
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