Roma, rapper di X Factor morto: caccia agli spacciatori

Roma, rapper di X Factor morto: caccia agli spacciatori
di Adelaide Pierucci e Paola Vuolo
3 Minuti di Lettura
Martedì 15 Novembre 2016, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 17:23

E' caccia agli spacciatori che hanno venduto la droga a Vittorio Bos Andrei, 22 anni, in arte Cranio Randagio, e ai suoi amici. Sarebbero almeno due i pusher che la polizia del commissariato di Monte Mario sta cercando: chi ha fornito la marijuana per il festino e l'uomo che forse ha procurato altro stupefacente al rapper morto dopo la serata di droga e alcol. I ragazzi che venerdì sera erano nell'appartamento alla Balduina hanno raccontato alla polizia di avere fumato molta marijuana e di avere bevuto tanto alcol. Chi indaga però non esclude che ci potrebbe essere dell'altro.

L'AUTOPSIA
I primi risultati dell'autopsia eseguita al Gemelli rivelano che Cranio Randagio non soffriva di cuore, e quindi non può essere stata una patologia a stroncare il cantante. Il mix di alcol e stupefacente rimane probabilmente la causa della sua morte. Ma gli investigatori sospettano che il rapper possa non avere fumato solo marijuana, il sospetto è che abbia consumato anche droghe di un altro tipo. Per questo bisognerà aspettare i risultati degli esami tossicologici. Gli amici hanno raccontato che Vittorio Bos a volte faceva uso di metanfetamine, e potrebbe averlo fatto anche la sera che è morto. In procura (le indagini sono coordinate dal pm Paola Guglielmi) è stato aperto per ora un fascicolo contro ignoti per morte come conseguenza di un altro reato.

LA RICOSTRUZIONE
Venerdì sera Cranio Randagio è a una festa in via Anneo Lucano, sono 12 amici, che fanno musica. Fumano, tanta marijuana, e bevono ancora di più, dopo il festino nell'appartamento restano i due fratelli figli del padrone di casa, Vittorio Bos e un altro amico. Si addormentano e si risvegliano verso le 14 di sabato, anche il rapper si sveglia, ma poi si accascia. L'autopsia stabilirà l'ora esatta della morte.

I TESTIMONI
«Ci è morto tra le braccia», hanno raccontato gli amici «lo avevamo visto che continuava a dormire, all'inizio non ci siamo preoccupati, dopo un po' siamo andati a svegliarlo e lui era vivo. La sera prima ci eravamo ammazzati di canne e avevamo bevuto un sacco. Quando si è svegliato sembrava che stava bene, poi all'improvviso si è accasciato. Abbiamo tentato di rianimarlo, ma non si riprendeva e abbiamo chiamato l'ambulanza». La richiesta di aiuto passa dal 118 all 112 europeo e poco dopo in via Anneo Lucano arriva anche la polizia. Nell'appartamento non vengono trovate tracce di marijuana, gli investigatori hanno sequestrato i telefonini ai ragazzi della festa per controllare le chiamate in entrata e in uscita anche dei giorni precedenti.

LA MADRE
La madre di Vittorio Bos Andrei vuole risposte ai suoi perché. Dice che quando non ha visto il figlio rientrare ha incominciato a chiamarlo sul cellulare e poi ha chiamato anche i suoi amici, ma i cellulari erano spenti. «Perché nessuno mi ha avvisata? La prima notizia l'ho avuta dalla polizia, alle 4 del pomeriggio, fino a quel momento non sapevo niente di mio figlio».