Roma, assalti in banca con parrucche e ostaggi: sgominata banda di rapinatori, 11 colpi in un anno

Roma, assalti in banca con parrucche e ostaggi: sgominata banda di rapinatori, 11 colpi in un anno
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Martedì 31 Maggio 2016, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 09:23

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno sgominato nella notte una pericolosa banda di rapinatori, composta da 4 persone, dedite in particolare alle rapine in banca con sequestro del direttore e uso di armi da fuoco. Sono state attribuite alla banda 11 rapine commesse nell'arco temporale di in un anno, per un bottino complessivo di circa un milione e mezzo di euro. Tre rapinatori romani, rispettivamente di 28, 51 e 53 anni, tutti già noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati questa mattina. Il quarto componente della banda, un pregiudicato di Ladispoli, è indagato a piede libero e non è stato arrestato per le precarie condizioni di salute in cui versa.
I tre romani erano stati già arrestati in flagranza di reato il 22 ottobre dello scorso anno mentre stavano per mettere a segno un colpo presso la filiale della banca Monte dei Paschi di Siena di via Pompeo Neri a Roma, in zona Vigna Stelluti. Quel giorno, i tre rapinatori, da tempo sotto osservazione dai Carabinieri di via in Selci, dopo aver lasciato in strada uno scooter rubato da utilizzare per la successiva fuga, si erano appostati all'esterno della banca per commettere una rapina all'apertura mattutina della filiale. 
I militari erano intervenuti dopo aver notato che due rapinatori avevano impugnato la pistola ed indossato parrucche, scalda collo e guanti, nel momento in cui il direttore della filiale stava sopraggiungendo per l'apertura della banca. Il terzo uomo si era invece sistemato in posizione defilata per svolgere le funzioni di «palo».
Dopo l'arresto, i tre erano stati trovati in possesso di due pistole, una Beretta calibro 9 ed una calibro 7,65. In tasca avevano delle fascette in plastica, utilizzate dai malviventi in precedenti rapine per immobilizzare gli impiegati della banca. Il rapinatore di Ladispoli era stato arrestato, invece, dopo qualche giorno poiché ritenuto responsabile di aver concorso con gli altri rapinatori al tentativo di rapina in banca, ricoprendo il ruolo di ascoltare le comunicazioni radio delle forze di polizia e comunicare ai complici, mediante telefoni dedicati, notizie sull'eventuale presenza di pattuglie in zona. Infatti, il soggetto era stato trovato in possesso di un multiscanner impostato sulle frequenze delle forze dell'ordine.
Dopo l'arresto in flagranza, i carabinieri hanno accertato come le rapine siano state commesse con le stesso modus operandi e con cadenza mensile. In particolare, la tecnica dei rapinatori prevedeva sempre il loro agguato nei confronti del direttore della filiale prescelta, poi, mentre questi si accingeva ad iniziare le operazioni di apertura, lo immobilizzavano mediante l'uso delle armi. Aspettavano quindi che giungessero i dipendenti, i quali venivano legati con le fascette in plastica venendo segregati in una stanza. I malviventi attendevano, dunque, l'apertura temporizzata delle casseforti e, dopo averle svuotate, si dileguavano. Il complice di Ladispoli li seguiva a distanza con lo scanner, avvisandoli dell'eventuale arrivo delle forze dell'ordine.
Gli investigatori hanno raccolto inconfutabili elementi probatori in merito alla commissione di altre 10 rapine, avvenute dall'ottobre 2014 al settembre 2015 e tutte commesse con l'impiego di armi da fuoco e con l'uso di parrucche ed occhiali quale modalità di travisamento.

Un'altra pistola, una beretta 7.65 con 7 colpi nel serbatoio, provento di furto, oltre alle due sequestrate all'atto dell'arresto in flagranza di reato, è stata rinvenuta dai Carabinieri nel corso dell'operazione, ben occultata e prontamente impiegabile, in una fioriera dell'appartamento di S.M., residente in Corso Francia. L'uomo, grazie alla fulminea irruzione dei carabinieri del Reparto Operativo di Roma, non ha avuto il tempo di utilizzarla.

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