Roma, «Sprechi e privilegi»: la Procura indaga sulla Protezione civile

Roma, «Sprechi e privilegi»: la Procura indaga sulla Protezione civile
di Michela Allegri
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Martedì 15 Marzo 2016, 09:33

Una serie di associazioni privilegiate dalla Protezione civile, fondi della Pisana "sprecati" e mezzi utilizzati, forse, per fini privati. E' tutto scritto in un esposto presentato in Procura. Sul caso indaga il pm Giuseppe Deodato che, per il momento, procede contro ignoti, ma è in attesa di un'informativa di polizia giudiziaria. Gli accertamenti sono stati delegati al gruppo Tutela Mercati della Finanza. Nella denuncia, presentata dal consigliere regionale Fabrizio Santori, si ipotizza l'omissione di atti d'ufficio. Nel documento si legge che esisterebbe da anni una disparità di trattamento tra diverse associazioni che dal 2009 hanno firmato i protocolli e gravitano nel circuito della Protezione Civile del Lazio. A partire dallo stanziamento di fondi e macchinari, fino ad arrivare al coinvolgimento sul campo durante situazioni di emergenza.

LE ANOMALIE
A detta di Santori, «risulterebbe che nel 2009-2010 la Regione abbia sottoscritto con diverse associazioni numerose convenzioni con cui le stesse s'impegnavano a garantire la propria operatività h24. Nonostante i solleciti, le associazioni in questione non sono mai state coinvolte dalla sala operativa regionale». Nell'esposto si fa un esempio circostanziato: «Non si comprende il motivo per cui, durante il nubifragio che ha colpito il quadrante Roma Ovest della città nel gennaio 2014, non siano state attivate le sedi dei municipi coinvolti», nonostante fossero dotate di attrezzature idonee. Al contrario, sarebbero stati chiamati a rapporto gruppi dislocati di zone distanti, molti dei quali «sprovvisti di idropompe». Non si tratterebbe di un dettaglio secondario: per Santori, proprio in base all'operatività delle associazioni verrebbero stanziati i fondi. Molti gruppi, «pur rientrando nelle determinazioni di affidamento dei finanziamenti, a distanza di anni non hanno mai ricevuto le somme impegnate». Molte associazioni, inoltre, «lamentano l'esistenza di un sistema che ostacolerebbe la loro iscrizione nell'elenco per l'accreditamento».
 
Non è tutto. Per Santori, molteplici forniture di mezzi, attrezzature e potenziamenti sarebbero state effettuate «in assenza di qualunque criterio di trasparenza, senza tenere conto delle peculiarità territoriali e, in molti casi, senza alcun obbligo di rendicontazione puntuale». O meglio: le assegnazioni sarebbero «attraverso un'inconsueta procedura di formazione del bando di gara, ovvero una contrattazione tra gli uffici amministrativi preposti e i coordinamenti di protezione civile, i quali hanno in via preventiva ricevuto la bozza del bando per l'erogazione dei finanziamenti».
L'ultimo punto su cui vengono sollevati dubbi, è la presunta mancanza di un controllo regionale per quanto riguarda l'utilizzo dei mezzi concessi alle associazioni. Gli strumenti in questione, per regolamento, dovrebbero essere destinati a soli fini di servizio, «con esplicito divieto di utilizzo privato o per aziende». A detta del consigliere, però, «risultano essere stati avvistati dei mezzi della Protezione civile in cantieri privati».