Quando è stato pizzicato sul fatto gli stessi investigatori si sono sorpresi. In un furgoncino di proprietà del postino sono state trovate accatastate alla rinfusa quasi quattromila corrispondenze tra lettere, raccomandate, ma anche riviste e giornali mai recapitati, inclusi regali di Natale. Quintali di plichi accumulati negli anni di cui il postino infedele aveva deciso di disfarsi. «Le lettere erano diventate troppe - è stata la sua prima giustificazione - ero pronto a bruciarle». Era stato scoperto, per caso, un paio di anni fa quando, in piena notte, è incappato in un posto di blocco in piazza di Porta Maggiore. «È la mia posta, è solo la mia posta che si è accumulata negli anni», aveva provato anche a giustificarsi l'uomo, tacendo sulla sua professione. Una giustificazione ovviamente non credibile considerato che ogni plico portava un destinatario e un mittente diverso. Nel retro dell'auto c'erano 836 buste, tra posta ordinaria e raccomandate, un migliaio di quotidiani e riviste in abbonamento. Materiale poi tutto riconsegnato al responsabile del Centro di Smistamento.
Il postino ogni mattina sarebbe dovuto partire dagli uffici di Roma Ostiense di viale Ferdinando Baldelli per recapitare la posta in diversi quartieri. Ma anziché consegnare il materiale ne nascondeva buona parte nell'auto. «Materiale che dovevo bruciare, distruggere, era diventato troppo e non sapevo più dove metterlo», ha confessato l'uomo ai militari. Il pm Alberto Galanti, che gli contesta anche il reato peculato, ha presentato una lista lunga due pagine per conteggiare le appropriazioni illecite contestate all'indagato, difeso dall'avvocato Vittorio Messa. Nel frattempo il portalettere avrebbe cambiato versione: «Avevo solo plichi vecchi con pubblicità superata oltre del materiale personale». La parola ora spetta al giudice per le indagini preliminari.
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