Rogo a Pomezia, è allarme, la Asl: «C'era l'amianto sul tetto»

Rogo a Pomezia, è allarme, la Asl: «C'era l'amianto sul tetto»
di Adelaide Pierucci e Mirko Polisano
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Lunedì 8 Maggio 2017, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 17:50

Scuole chiuse e raccolto a rischio. Arrivano i primi provvedimenti dai comuni di Pomezia e Ardea per fronteggiare l'emergenza della nube nera, scaturita dall'incendio di venerdì mattina alla Eco X, l'azienda di smaltimento rifiuti leggeri di via Pontina Vecchia. Ma a temere di più le conseguenze del maxi-incendio, oltre agli abitanti di Pomezia, ora sono gli agricoltori. «Non sappiamo cosa dobbiamo fare- dice Giuseppe Casadei, produttore di latte dell'agro-pontino- noi abbiamo le stalle ad Ardea a un chilometro. Oggi la nostra cooperativa di Fiumicino e Maccarese ci farà le analisi speriamo che i risultati siano positivi e che non ci blocchino il lavoro. Qualcuno ci dovrà risarcire». E intanto dalla Asl Roma 6 arriva la conferma alle indiscrezioni uscite due giorni fa dalla procura di Velletri: una parte del tetto andato a fuoco era costruito con pannelli di amianto, seppure incapsulato, che sono andati a fuoco.
LE DECISIONI
Il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci e il commissario straordinario del Comune di Ardea, Antonio Tedeschi, su indicazione della Asl Rm 6, hanno firmato un'ordinanza di «divieto di raccolta degli ortaggi e di pascolo degli animali nel territorio comunale in un raggio di 5 chilometri dal luogo dell'incendio dell'impianto». Una misura che ha messo in allarme le organizzazioni degli agricoltori, Coldiretti in primis, che già preannunciano di costituirsi parte civile «per i danni diretti, indiretti e di immagine provocati dall'incendio». «L'ordinanza - spiega la Coldiretti - colpisce una area coltivata di circa 4mila ettari di terreno dove lavorano almeno 150 aziende agricole». Il primo cittadino di Pomezia ha anche disposto la chiusura in via precauzionale di tutte le scuole di ogni ordine e grado per oggi e domani. Il comune di Pomezia ha anche confermato l'evacuazione delle case nel raggio di 100 metri dal luogo dell'incendio, raccomandando di tenere le finestre chiuse nel raggio di 2 km dal deposito di plastiche andato a fuoco. Al momento i dati rilevati dalle stazioni di monitoraggio dell'aria sono nella norma. «Vorrei tranquillizzare i cittadini - ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi- secondo l'Arpa Lazio nell'aria non ci sono sostanze inquinanti o pericolose». Nelle coperture del tetto dei capannoni andati a fuoco nell'incendio c'era dunque amianto «incapsulato». A confermarne la presenza della sostanza all'interno della Eco X è stato il direttore del dipartimento prevenzione della Asl Roma 6 Mariano Sigismondi. «Ora -aggiunge-si dovrà valutare l'effetto del calore su questa particolare sostanza. Al momento non abbiamo elementi che possano far destare preoccupazioni». I pannelli di amianto rinvenuti nel capannone saranno sottoposti a un'accurata perizia per accertarne l'eventuale tossicità.
Nei prossimi giorni la procura di Velletri disporrà anche analisi dell'aria e del suolo a largo raggio, fino alle porte di Roma, per verificare l'eventuale danno ambientale e il livello di inquinamento.
L'INCHIESTA
I primi risultati decisivi sono attesi oggi, mentre per quanto riguarda i campionamenti dell'aria nella zona dell'incendio effettuati da Arpa Lazio bisognerà attendere quattro giorni. La presenza di amianto sarà certamente all'attenzione dell'inchiesta aperta dalla procura di Velletri che potrebbe presto passare all'ipotesi di reato di «disastro ambientale». Il fascicolo sul tavolo del procuratore , Francesco Prete, resta al momento aperto per «incendio colposo». I vigili del fuoco sono ininterrottamente al lavoro con 40 uomini ormai da quasi tre gironi e sperano di riuscire nell'arco delle prossime 24 ore di spegnere completamente le fiamme.
 

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