Roma, giochi cinesi e dolci industriali: l'avvio triste di piazza Navona

Roma, giochi cinesi e dolci industriali: l'avvio triste di piazza Navona
di Camilla Mozzetti
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Martedì 19 Dicembre 2017, 07:55

Pistola, fucile o carabina? «Butta giù un birillo e regala un peluche alla tua fidanzata, si vince sempre e provare costa appena 5 euro». Ma nessuno rilascia uno scontrino ai ragazzi, per lo più turisti, pronti a prendere la mira. A piazza Navona lavorano (in nero) soltanto loro, non c'è unità neanche in questo. Da una parte i sei banchi degli spettacoli viaggianti che hanno iniziato a caricare le armi giocattolo, dall'altra i 30 gazebo dei commercianti e degli artigiani la metà dei quali riconducibili direttamente o indirettamente alla famiglia Tredicine che stanno ancora ultimando gli allestimenti. La Festa della Befana sarebbe dovuta iniziare ufficialmente ieri con più di due settimane di ritardo. Ma la piazza è ancora un cantiere. Scatole di cartone, peluche ammassati agli angoli dei gazebo, estintori in mezzo alla piazza e coperti da un semplice telo di nylon. In mezzo prodotti dolciari e giocattoli che attestano la qualità con un banale marchio impresso sulle confezioni. Il suono della giostra (chiusa) fa interferenza con il rumore dei trapani di chi è ancora a lavoro per montare scaffali e stand. Si partirà oggi? È questa la promessa degli operatori ma chissà.

LA SICUREZZA
L'attuazione del piano di sicurezza è ancora lontana. Ieri in Prefettura si doveva ancora stabilire se permettere nei sei varchi previsti per la piazza sia l'ingresso che l'uscita delle persone oppure scegliere punti di accesso e di uscita separati. Certo è che ieri pomeriggio entrare a piazza Navona è stato facile come bere un bicchiere d'acqua. Nessun controllo, nessun conta persone, nessun metal detector. Solo le transenne e le forze dell'ordine polizia e carabinieri a fare la ronda, davano il sapore di quello che si dovrebbe verificare ai piedi della fontana dei Quattro Fiumi in seguito alla direttiva Minniti. «Il piano di sicurezza segue la Fiera», spiega Valerio Mangione dell'Anva Confesercenti. E in sostanza fino a quando non ci sarà l'apertura ufficiale per tutti gli stand della rassegna (che ormai si rinvia di giorno in giorno) non partirà neanche il dispositivo. Dettagli alla fine, a sentire gli ambulanti. A loro importa aver ritirato il titolo che gli permetterà di restare a piazza Navona per i prossimi nove anni. Tanto durano le concessioni attribuite con il bando del Campidoglio che ha riportato in auge più nota famiglia di ambulanti di Roma. Ma cosa si potrà acquistare nella fiera? Ieri pomeriggio seguendo l'allestimento era facile intuirlo.

PRODOTTI IGP
I banchi dei dolciumi erano ancora chiusi ma gli operatori li avevano già riempiti. Di cosa? La qualità richiesta perentoriamente dal bando del Comune avrà l'aspetto di dolci industriali cantucci toscani, panforte, ricciarelli impacchettati e confezionati da una grande ditta di Siena. Sono certificati? «Certo, ogni confezione riporta il marchio Igp, più sicuro di così», dice sorridendo un ambulante. La macchina per lo zucchero filato è stata scaricata da un camion, parcheggiato ai piedi della chiesa di Sant'Agnese in Agone.

A proteggere il macchinario? Neanche un lenzuolo. Mentre per chi spera di acquistare giocattoli artigianali si troverà davanti banchi allestiti con carri armati e bambole made in China. Non c'è da preoccuparsi: si potrà sempre optare per un ambulante pronto a vendere a due euro girandole fluorescenti. Dei presepi non c'era ancora traccia. Un solo banco artigianale con pupazzi raffiguranti la Befana e scopette scaccia-guai era pronto a partire ma ancora non vendeva nulla.
 

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