Roma, piazza Lovatelli è pedonale ma la Sovrintendenza la usa come parcheggio

Roma, piazza Lovatelli è pedonale ma la Sovrintendenza la usa come parcheggio
di Filippo Bernardi
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Giovedì 6 Marzo 2014, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 22:31

Pedonale? E chi l'ha detto? L'ultimo esempio della grande e perduta bellezza di Roma di cui tanto si parla in questi giorni post-Oscar si manifesta in piazza Lovatelli. Un rettangolo di sanpietrini incastonati nel cuore del centro storico di Roma dove ogni giorno vengono parcheggiate fino a sette automobili, in barba ai divieti. Dov'è la notizia? Che tra queste ci sono anche quelle della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, che proprio in piazza Lovatelli ha sede.

Fino a un anno fa, spiegano i residenti, all'angolo della piazza dove un "nasone" offre acqua sempre fresca ai turisti e dove si affaccia lo storico palazzo Lovatelli, c'era un cartello che segnalava l'area pedonale.

Poi, nottetempo, è stato divelto e fatto sparire. Sorte simile è toccata alla catena che impediva l'accesso alla piazza: rotta e mai riparata.

Alle 11,30 di ieri mattina le auto abusive erano tre. Qualche minuto ed è arrivata la quarta. Un pandino bianco molto familiare a chi abita nei paraggi. «E' uno dei due della Sovrintendenza. Entrambi stazionano abitualmente sulla piazzetta», svela Francesca, una signora sulla 40ina che vive proprio di fronte. Dal pandino scendono due dipendenti dell'istituzione comunale, l'autista ci guarda un po' storto, si insospettisce e se ne va. «Di solito parcheggia ed entra anche lui fin quando non ha qualcun altro da accompagnare», svela Gaetano, il portiere di palazzo Lovatelli. Occhi e orecchie a cui di ciò che accade in quel pezzetto di Roma sfugge ben poco. «Una settimana fa a me hanno fatto la multa, a loro invece non capita mai», continua.

Quando chiediamo spiegazioni a una delle dipendenti arrivate in Panda (nessuna delle due ha voluto dirci il proprio nome) ci conferma la storia del cartello divelto. Ma aggiunge: «Chi me lo dice che non posso parcheggiare qua? Quando sparì il segnale stradale lo feci presente al Comune ma mi risposero che non c'erano soldi. Se ti fanno la multa, fai ricorso e te la tolgono». Ma è giusto che anche la Sovrintendenza, l'organo che dovrebbe tutelare il nostro patrimonio culturale, approfitti di un cavillo fregandosene di un divieto di cui conosce perfettamente l'esistenza?

Tanto più che al confine della piazza un segnale di area pedonale c'è. Ma la stessa dipendente sottolinea che si è informata con i vigili e le hanno assicurato che «quello si riferisce soltanto alla strada adiacente», via Sant'angelo in Pescheria. Sarà. Ma se della solidità di un'eventuale contravvenzione è lecito dubitare, la malafede è una certezza: passano pochi minuti e sulla piazza rispunta l'autista alla guida del pandino bianco, evidentemente ancora alla ricerca di un parcheggio. Procede lentamente, controlla se ci siamo ancora e, guarda caso, tira dritto. La scena si ripete anche nel pomeriggio. Dalla Sovrintendenza fanno sapere che «saranno sollecitati maggiori controlli e presidi sulla piazza».

La situazione è ben nota all'associazione residenti del centro storico. Alla presidente Viviana Di Capua cadono le braccia: «Quella è un'area pedonale e si ritiene tutelata. Dal momento che ci sono anche gli uffici della Sovrintendenza uno si aspetterebbe che la stessa vigili affinché il divieto venga rispettato». Quanto al cartello divelto è un vecchio classico: «In via del Monte della Farina sono spariti 21 paletti che delimitano l'area riservata ai pedoni e al loro posto sostano le auto, spesso non munite di permesso. Stessa cosa in via dei Cestari, in via di Torre Argentina e a Santa Chiara».

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