C'è profumo d'amore e non di piante. C'è tutto, non manca nulla, è in ordine ma piena di particolari e sorprese, compresa la menta per fare il mojito. Eccola l'aiuola di Gabriele Simonacci, solo il cuore di una mamma poteva inventarla, proprio lì a pochi metri da dove è morto, travolto da un taxi uscito dal posteggio su corso Vittorio. Da ieri l'albero in piazza della Chiesa Nuova è dedicato al giovane barman dell'Argot appena diventato padre e che nel febbraio scorso ha perso la vita.
Con un cerimonia dolce e lieve, è stata inaugurata la recinzione, dopo che Olimpia Riccardi (dopo aver ottenuto il permesso dal I Municipio) ha lavorato con le amiche e un giardiniere alla posa di tante piantine resistenti. Sulla targa un breve pensiero di Gabriele, sempre allegro e solare: «La vita deve essere sempre piena, di sì, di positività, di felicità. Perché è questo quello che ci meritiamo».
Alla piccola cerimonia, ieri, c'era la compagna di Gabriele, Mariateresa Riccio, c'erano gli amici che hanno suonato per lui, anche tante donne sconosciute, madri di altre vittime della strada, «nuove amiche» ha detto la mamma di Gabriele che ha preso la parola commossa ma determinata. «Non volevo passare di qui - ha ricordato - poi ho visto che c'era la maglietta di Gabriele, c'erano fiori, mi sono fatta coraggio e con le amiche abbiamo curato le piante che però di volta in volta si sono seccate». Così ha pensato di fare di meglio. E da ieri a piazza della Chiesa Nuova c'è l'albero di Gabriele, il suo sorriso, il suo inno alla felicità. «Vorrei solo che questo posto fosse un invito a riflettere, Gabriele era un ragazzo estremamente civile, cerchiamo di essere più civili, diamoci una mano su questa terra»
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