Roma, rissa a piazza Cavour, cancellate tutte le chat dei sette ragazzi arrestati

Roma, rissa a piazza Cavour, cancellate tutte le chat dei sette ragazzi arrestati
di Michela Allegri
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 08:41

Due giorni dopo l'interrogatorio di garanzia dei sette baby picchiatori di piazza Cavour, la caccia ai complici è aperta. Agli atti dell'inchiesta sul tentato omicidio di un sedicenne avvenuto all'ombra della Corte di Cassazione, stanno finendo decine di chat scambiate tra i giovanissimi frequentatori dei giardini che si trovano tra il cinema Adriano e il Palazzaccio. Sono tutti quanti amici e conoscenti dei sette indagati, molti frequentano come loro il Fronte della Gioventù di via Ottaviano. I carabinieri li stanno ascoltando. Ad alcuni hanno pure sequestrato il cellulare in cerca di conversazioni d'interesse investigativo. Convinti di evitare problemi, certi ragazzini hanno cancellato in fretta e furia la memoria degli smartphone prima di consegnare i dispositivi ai militari. Questa mossa ha fatto sorgere il sospetto che i giovani abbiano qualcosa da nascondere e i tecnici della Procura sono già al lavoro per recuperare le conversazioni eliminate.

GLI INTERROGATORI
Nel frattempo, i magistrati di piazzale Clodio e della Procura minorile stanno tirando le somme degli interrogatori degli indagati. Tre ragazzi accusati di aver colpito la vittima con calci, pugni, cinghiate e coltellate sono minorenni e sono in comunità. Altri quattro, invece, hanno da poco compiuto 18 anni e sono ai domiciliari. Chi ha deciso di rispondere ai giudici, ha fornito una ricostruzione della vicenda molto diversa rispetto a quella descritta nelle due ordinanze d'arresto. Partendo dalle dichiarazioni dei giovani, gli inquirenti faranno nuovi accertamenti. Da stabilire, per esempio, di chi fosse il coltello utilizzato per l'aggressione. «Non era nostro», hanno dichiarato quasi in coro gli arrestati, lasciando intendere che, forse, l'arma possa appartenere alla vittima e ai suoi amici. Del resto, anche uno degli indagati è stato ferito. «Mi hanno accoltellato a una mano, l'ho raccontato a un militare in servizio», la sua versione. I giovani hanno anche detto di aver reagito per difendere una ragazzina: «Volevamo proteggere una nostra amica che è stata malmenata. L'hanno colpita, hanno cercato di farla cadere. E' un gioco violento che si chiama knock out game. Hanno fatto la stessa cosa anche con altre ragazze».

GRUPPI VIOLENTI
Per il gip Tamara De Amicis, invece, «gli indagati fanno parte di un gruppo che tende, mediante mezzi di prevaricazione e di violenza, al controllo del territorio nei luoghi di aggregazione giovanile, anche sulla scorta di un senso di appartenenza ideologico». Questa contestazione è stata respinta dai ragazzi, anche se uno di loro ha ricordato che, proprio al centro della piazza, su un muretto campeggia una scritta nera che sembra marcare il territorio: «Fronte della Gioventù».