Roma, piani di zona: sequestrate cento case a Spinaceto

Roma, piani di zona: sequestrate cento case a Spinaceto
di Michela Allegri
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Venerdì 29 Aprile 2016, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 08:52

Finanziamenti pubblici messi in cassa, e canoni di locazione esorbitanti chiesti a centinaia di cittadini in difficoltà. La maxi inchiesta della Procura sulla truffa dei "Piani di Zona" fa un balzo in avanti. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno infatti sequestrato 111 immobili ceduti a prezzi maggiorati, per un valore di circa 9 milioni di euro. Si tratta di appartamenti, posti auto e cantine costruiti dalla società "Dicos Spa", che negli anni passati ha ricevuto contributi dal Campidoglio per realizzare opere di edilizia agevolata in via Ponderano, a Selva Candida, e a Spinaceto, quartiere periferico a sud-ovest di Roma. In teoria, i finanziamenti servivano per abbattere i prezzi di affitto degli alloggi costruiti. Ma, come sostiene l'accusa, la Dicos si sarebbe appropriata delle cifre e avrebbe fatto lievitare i canoni di locazione. Per la Procura si tratta di una truffa. È la contestazione mossa a Vittorio e Gabriella Di Giacomo, responsabili della società e iscritti sul registro degli indagati dal pm Francesco Dall'Olio.
Dagli accertamenti della Finanza è emerso che i primi contratti irregolari risalgono a 8 anni fa. Il costo aggiuntivo che ogni famiglia ha dovuto sostenere per abitare in un appartamento di circa 80 mq è di almeno 100 euro al mese. Si tratta di immobili che, scaduto il termine di locazione, sarebbero entrati nella disponibilità degli affittuari. Le vittime, in totale, sarebbero arrivate a pagare circa 30mila euro in più del dovuto. Quando l'imbroglio è venuto a galla, il Comune ha ricalcolato tutti i canoni applicati ai Piani di Zona. E sono emerse decine di irregolarità. Per quanto riguarda Spinaceto e Selva Candida, gli inquilini non dovranno abbandonare le case: un custode giudiziario si occuperà di formulare il prezzo adeguato di locazione.
 
IL DECRETO
Come si legge nel decreto firmato dal gip Costantino De Robbio, la Dicos e altre 13 aziende, per anni, hanno riscosso canoni «illegittimi, per erronea applicazione della normativa in materia». Il Comune ha quindi ricalcolato la tariffa corretta, ma la società finita sotto inchiesta ha continuato a chiedere somme esorbitanti rispetto a quanto dovuto per legge, incamerando «rilevanti cifre in danno sia degli obbligati che dell'amministrazione». Non è tutto. Gli indagati «hanno anche ignorato le sentenze del emesse dal Tar» nei mesi scorsi, che hanno sempre riconosciuto la legittimità del procedimento della pubblica amministrazione e l'illegittimità dei canoni richiesti.
In Procura, le denunce sui Piani di zona sono una quindicina, e sono tutte confluite in una maxi inchiesta. Centododici aree edificate negli ultimi 20 anni conterrebbero opere di urbanizzazione incomplete. E in molti casi gli alloggi sarebbero stati venduti a prezzo maggiorato. La lista delle segnalazioni comprende esposti arrivati dal Pdz Ponte Linari-Campo Romano-Morena, da quello di Tor Cervara, di Fonte Meravigliosa-Castello, di Cecchignola-Prato Smeraldo-Rinnovamento. Le anomalie vanno dal mancato rispetto dei canoni di locazione, alla mancata presentazione di piani finanziari e all'omessa realizzazione degli interventi di urbanizzazione.
Circa venti appartamenti nel quartiere Tiburtino sarebbero stati ceduti a un prezzo che supera quello di mercato. E a Castel Verde è stato denunciato un abuso edilizio per violazioni nella gestione e realizzazione di opere non a norma. Uno dei casi più critici è quello di Monte Stallonara, a Valle Galeria, su cui indaga il pm Alberto Galanti. Molti cittadini hanno acquistato case in un quartiere fantasma e hanno pagato per vivere in appartamenti fatiscenti, senza luce né gas, senza allacci fognari né servizi. Il magistrato ha iscritto sul registro degli indagati 5 persone per truffa. Si tratta dei responsabili delle cooperative edilizie che avrebbero dovuto realizzare una serie di alloggi da concedere poi in affitto.