Roma, pesce senza etichetta al mercato

Roma, pesce senza etichetta al mercato
di Raffaella Troili
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Venerdì 30 Settembre 2016, 08:07

«Scusi il pesce che ha sul banco, come viene pescato?». La domanda spiazza tutti, la risposta è «in che senso?» e «che ne so figlia mia». Sulle bancarelle a Roma non ci sono le etichette che accompagnano il pesce fresco. L'applicazione della nuova normativa europea non decolla, anche i consumatori sono poco informati, così la truffa è servita. Pescherie, supermercati, ma è soprattutto sui banchi dei mercati rionali che il pesce viene venduto senza le informazioni previste dal regolamento in vigore da fine 2014: dall'attrezzo di pesca usato all'esatta denominazione della zona o sottozona di cattura Fao per i pesci pescati nel Mediterraneo, Mar Nero e nell'Atlantico nord-orientale, fino al nome scientifico del pesce. La denuncia arriva da Greenpeace che ha effettuato dei blitz prevalentemente a Roma centro, documentati da un video dove emergono molte carenze in città. «Una mancanza di trasparenza inaccettabile. La nuova etichettatura è uno strumento importante che aiuta ad acquistare in modo responsabile il pesce - spiega Serena Maso, campagna Mare di Greenpeace Italia - Conoscendo l'attrezzo di pesca e la zona di cattura si può preferire il pesce catturato in modo artigianale e sostenibile a quello proveniente dalla pesca industriale o importato da mari lontani».

IL SONDAGGIO
Un sondaggio dell'organizzazione ambientalista dimostra come pochi consumatori conoscano la nuova etichettatura. Se però correttamente informati, gli intervistati si dicono estremamente interessati ad acquistare prodotti ittici provenienti da pesca sostenibile. «Verissimo - conferma Luigi Agostini, Federconsumatori Roma e Lazio - molti consumatori non sanno niente basta fare un giro nei mercati rionali. Sarebbe importante che i Municipi intervenissero in quelli di loro competenza per far sì che tutti espongano con chiarezza l'etichettatura a grandi caratteri. Anche le associazioni di categoria aiutino con informazioni precise a costruire una consapevolezza nei consumatori».
Per guidare i consumatori Greenpeace ha lanciato il sito fishfinder.greenpeace.it. Riduzione del consumo, sostenibilità, stagionalità, provenienza locale, stato di conservazione e soprattutto metodo di pesca sono alcuni dei principali criteri da utilizzare per fare un acquisto responsabile. Su fishfinder.greenpeace.it è disponibile una mappa interattiva che consente a tutti gli utenti di caricare delle foto e segnalare i rivenditori che rispettano le regole e quelli che non lo fanno. «Lo stato drammatico in cui versano i nostri mari ci impone di cambiare il nostro modo di pescare, consumare e vendere il pesce», chiude Maso.
 
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