Slot, «zingari» e alleanze: dopo gli arresti al clan Spada i nuovi equilibri di Ostia

Slot, «zingari» e alleanze: dopo gli arresti al clan Spada i nuovi equilibri di Ostia
di Alessia Marani
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Venerdì 26 Gennaio 2018, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 19:38

Quando Carmine Romoletto Spada spiega al fratello che non ha intenzione di vendicarsi dei tentati omicidi subiti nel 2016, dice chiaramente che «bisogna capì chi li aizza... se dietro sta situazione ce sta qualcos'altro... se sentono protetti... perché è inutile che tira a B., poi arrivano altri sette... è inutile no...». Lo dice dopo essersi confrontato con Giuseppe Floro Fasciani, fratello di don Carmine, il boss di Ostia in carcere. Il rischio è di rompere altri equilibri ancora più grossi e di scatenare una rappresaglia che non fa bene all'organizzazione. A nessuna organizzazione mafiosa. Lo raccontano i faldoni dell'inchiesta della Dda Eclissi. Gli interessi in gioco, oggi come allora, sono alti e adesso, messi all'angolo gli Spada dall'antimafia, su Ostia è pronta a scatenarsi una nuova guerra per occupare quegli spazi di malaffare rimasti vuoti. La pax mafiosa è rotta. Ci sono i fiumi di droga importati dal Sudamerica da piazzare sul mercato romano, le slot e i videopoker ballerini (illegali) da sistemare nelle sale e nei bar, la gestione del pizzo e dell'usura, il racket delle case popolari, e non meno importante, il business d'oro del Lido, i suoi 14 chilometri di spiagge. Roba non da poco e sui cui vegliano da sempre le grandi organizzazioni che mediano e stringono alleanze a seconda delle professionalità da mettere in campo. Chi ha armato i bravi ragazzi di Ostia dagli anni 90 a oggi e magari era rimasto in sordina, è pronto a passare all'azione. Gli inquirenti ci scommettono e stanno a guardare senza, però, mollare la presa, lavorano nell'ombra. «Ora più di ieri manterremo l'attenzione alta», giurano il colonnello dell'Arma Pasqualino Toscani e il dirigente della Squadra Mobile Luigi Silipo.

GLI EMERGENTI
Alle porte ci sono i clan emergenti che scalpitano. Come quelli stranieri, i sudamericani che finora gli Spada avevano tenuto lontani dai giri di piazza Gasparri. Nuove gang, soprattutto cilene, sempre più rampanti e violente che potrebbero tentare il salto andando a occupare le strade dello spaccio e le case popolari su cui prima i Baficchio poi Romoletto & co dettavano legge. Chi ben conosce i fatti di sangue che hanno macchiato (e marchiato) il mare di Roma parla di «morti che camminano» e di regolamenti del passato rimasti in sospeso negli anni. Il timore è che la mala, quella con la M maiuscola, che sa abbassare la testa quando è il momento opportuno, stia aspettando solo il momento giusto per rialzarla. E con gli Spada e don Carmine dietro le sbarre, il Lido potrebbe tornare a tremare. Sebastiano Cassia, pentito proveniente dalla famiglia Santapaola spiegava ai pm nel 2015: «Hanno fatto la guerra a Ostia perché i calabresi e i siciliani dovevano aprire tutti i casinò, ma loro vogliono mettere fuori i siciliani e vogliono fare entrare le famiglie della Calabria che sono i più potenti». Chi lancerà la sfida finale?

IL RIPOSIZIONAMENTO
Gli inquirenti parlano di uno scenario di «continuo riposizionamento delle sfere di influenza criminali sul territorio», fatto di componenti di ascendenza criminale «molto qualificata». Si riferiscono a gruppi di potere fluidi che di Ostia hanno fatto di volta in volta il loro quartier generale, alla cosca Caruana-Cuntrera di Cosa Nostra legata per parentela ai Triassi, ai vecchi epigoni della Banda della Magliana, al clan autoctono dei Fasciani, e puntano ora l'attenzione su frange di estrazione camorristica in ascesa con interessi negli stupefacenti, nel prestito a strozzo e nel gaming, la gestione delle sale slot e il gioco d'azzardo. Ci sono i Casamonica, imparentati con gli Spada, pronti a varcare i confini della Nuova Ostia e i Guarnera, dissociatisi dal boss dei Casalesi Mario Iovine, che hanno lasciato Casal di Principe per stabilirsi ad Acilia.
 

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