Ostia, sparita metà della spiaggia: l'erosione minaccia gli stabilimenti

Ostia, sparita metà della spiaggia: l'erosione minaccia gli stabilimenti
di Mirko Polisano
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Martedì 14 Febbraio 2017, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 12:32

Le spiagge di Ostia stanno scomparendo: metri di arenile che spariscono a vista d'occhio. È veloce e inarrestabile l'erosione che sul mare di Roma da mesi sta divorando la costa. In media il 60 per cento di sabbia in meno lungo la riva rispetto allo scorso anno. Oggi una delle paure è che la riviera di levante svanisca del tutto. Quel tratto di litorale, che un tempo rapì Federico Fellini, è a rischio: stabilimenti storici come Kursaal, Vecchia Pineta, Sporting Beach indietreggiano sempre di più. L'erosione trasforma il paesaggio, i ripascimenti restano un'ipotesi e gli operatori turistici alzano, preoccupati, bandiera bianca.
 

 

I GESTORI
«Di questo passo tuona Franco Petrini, titolare di una delle strutture non sapremo più dove piantare gli ombrelloni. Lottiamo da venti anni per una soluzione definitiva: speriamo ci si muova, prima che sia troppo tardi». La linea di costa un tempo si modificava di anno in anno, adesso di mese in mese. «È come se fosse un disegno a zig zag - ribatte un altro operatore balneare - il fronte mare è come se non ci fosse più. Le nostre spiagge sono ormai a ridosso del ciglio stradale». Sabbia sparita anche ai vicini Venezia, Shilling e Gambrinus. E, senza rimedi, Ostia rischia di perdere il suo «tesoro».

I PENNELLI
La soluzione avanzata sarebbe quella dei pennelli, scogliere a protezione delle spiagge: se ne parla da 7 anni, dopo mille rinvii la Regione ha affidato il bando da 6 milioni di euro nel 2014 a una ditta specializzata. Tutto a posto? No, perché tra dubbi della Capitaneria e di politici sull'opera (dannosa per alcuni), il progetto è rimasto in sospeso. «Dopo la ricostruzione della parte centrale del lungomare continua Petrini- con l'intervento del Ministero dei lavori pubblici dal Pontile al Canale avvenuta nel 1990, non è stato fatto nulla o quasi. Sono passati 27 anni. Regione e Comune avevano individuato la strada risolutiva con le barriere perpendicolari alla battigia. Lo studio c'è, ci fu sostegno di molti balneari e della città, ci fu una gara e un finanziamento, poi però ci furono anche delle perplessità per il dopo lavori e tutto è saltato. Serve sabbia urgente. Se adesso è così non oso immaginare cosa potrà essere il futuro».

LA MALATTIA
L'erosione è la malattia più grave del litorale capitolino: i danni del maltempo dei mesi scorsi ancora pesano sui bilanci degli stabilimenti. Gli operatori del settore lanciano il loro sos in vista anche della prossima stagione balneare che parte tra due mesi. «Le spiagge fa sapere Ruggero Barbadoro, presidente della Fiba, federazione balneari- sono tutte in una avanzata fase di erosione e hanno raggiunto uno stato di criticità tale che, se non si interviene urgentemente, verrà attaccata anche Capocotta. La stagione è già a rischio prosegue Barbadoro - se non c'è sabbia perdiamo anche i romani che scelgono Ostia per trascorrere le loro giornate al mare. Così facendo li costringiamo a preferire Fregene o Maccarese».

LA BATTAGLIA
Ormai è una corsa contro il tempo per salvare Ostia.
Centocinquanta metri di spiaggia già non ci sono più. Oltre duecento cabine sono state ingoiate dalle mareggiate. È allarme rosso ormai da mesi. Le onde hanno mangiato valanghe di rena ogni giorno - tre metri in profondità a vista - tanto da rendere irriconoscibile intere porzioni di spiagge romane. I gestori hanno già perso la battaglia contro il mare. «L'utenza ovviamente sta fuggendo conclude Petrini- è una catastrofe». Le cabine rimaste sono in bilico come palafitte: oltre mezzo milione di danni registrati.

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