Ostia, al Messaggero lite tra candidati sui clan: sicurezza e spiagge per l'ultima sfida

Ostia, al Messaggero lite tra candidati sui clan: sicurezza e spiagge per l'ultima sfida
di Fabio Rossi
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Sabato 4 Novembre 2017, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 08:58

La temperatura si scalda sul finale, tra Athos De Luca e Luca Marsella. «Il tuo presidente è stato arrestato per Mafia Capitale», attacca il candidato di Casapound. «Tu sei sponsorizzato dal malaffare e non sei abituato alla democrazia», replica l'ex senatore Pd. Scintille che fanno da barometro dello scontro di domani alle urne, tra i nove aspiranti minisindaci del X Municipio che ieri hanno partecipato al confronto elettorale al Messaggero Tv. Tutti pronti a scendere in campo, ognuno con la sua ricetta per restituire a Ostia un governo politico, dopo due anni dal commissariamento per infiltrazioni mafiose che ha interrotto la passata consiliatura, nell'estate del 2015.

LE RICETTE
Tante e variegate le priorità dell'agenda amministrativa: il famoso primo provvedimento da emanare appena eletti, ma anche le scelte per spendere i soldi a disposizione nel bilancio. C'è Andrea Bozzi «l'autonomista», candidato civico con l'endorsement del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, pronto a puntare a una riforma della Città metropolitana che trasformi il territorio in Comune, ricordando come «Fiumicino sia rinata». Bozzi individua tre punti caldi: «La riqualificazione di piazza Capelvenere, ad Acilia, il ponte per Dragona e la rotonda di Ostia, alla fine della Colombo». Marco Lombardi, altro civico, che mette in cima alla sua lista l'esigenza di «mandare a bando le concessioni degli stabilimenti balneari» e sulle periferie del municipio, dove va «ripresa la manutenzione delle strade private aperte al libero transito, che sono in condizioni pietose».
I CATTOLICI
Dal Popolo della famiglia Giovanni Fiori, dopo aver rivendicato di appartenere «all'unico partito che ha dei valori», punta genericamente sulla «lotta al degrado», per poi andare su punti molto cari al suo elettorato: dal «bonus bebè, per incentivare nuove nascite» e «premio per i matrimoni per chi si sposa da under 35». Don Franco De Donno (Laboratorio civico X) partirà dalla «lettura degli articoli fondamentali della Costituzione» e dal «coinvolgimento dei cittadini nel governo», per poi virare sul progetto Idroborgo all'Idroscalo e sulla manutenzione delle scuole «che cadono a pezzi».

IL DUELLO
Al centro della studio televisivo, sedute una a fianco all'altra ci sono Giuliana Di Pillo (M5S) e Monica Picca, candidata della coalizione di centrodestra. La prima è la favorita d'obbligo, visto che Virginia Raggi, da queste parti, nel 2016 fece l'asso pigliatutto: 44 per cento dei voti al primo turno, addirittura 76 per cento al ballottaggio. Come prime mosse Di Pillo punta sulla sicurezza «potenziando il numero degli agenti della polizia locale e installando telecamere nei punti sensibili», quindi investire soldi sul servizio giardini «da dotare di nuovi materiali». La seconda, considerata da molti come possibile sfidante principale, oltre alla sicurezza vuole puntare subito sull'ordinario, «quindi la manutenzione delle scuole» e sul rilancio «dei beni straordinari del nostro territorio». Picca investirebbe poi «sui giovani e sui loro progetti, con interventi mirati anche sulla movida».

GLI INTERVENTI
Dai poli opposti si va su alcuni progetti specifici: «il ponte di Dragona per la stazione di Acilia» sud e «una struttura sanitaria per l'Infernetto» sono le prime due voci sull'agenda di Eugenio Bellomo (Sinistra unita), che spenderebbe i fondi a disposizione per la manutenzione delle strade e delle scuole. Marsella pensa invece a «sgomberare l'ex colonia Vittorio Emanuele» per portarci «l'università del mare», un auditorium «per rilanciare la cultura» e un centro sportivo «a Nuova Ostia». E De Luca ricorda «la situazione drammatica dell'entroterra, gli allagamenti e il problema delle scuole». Quindi, «l'abbattimento del lungomuro, da fare subito con un ordinanza» e la trasformazione della Roma-Lido «in una metropolitana di superficie».
I PUNTI
Incalzati dal conduttore, i candidati rispondono su questioni più strettamente personali. Bozzi rifiuta l'etichetta di populista o secessionista: «Vogliamo far diventare Ostia il Comune capofila della riforma della Città metropolitana, che è già prevista ma non viene messa in atto». Lombardi, invece, rivendica di essere in testa «all'unica lista veramente civica, che non risponde a capipartito». Fiori, a proposito dell'elettorato Lgbt, dice di essere «contro la lobby ma a favore delle lesbiche e dei gay, che secondo noi vengono strumentalizzati». Sul ruolo super partes della Chiesa, don De Donno sottolinea che «la storia si evolve, e lo dimostra il fatto che la Chiesa stessa mi ha concesso la sospensione, permettendo di candidarmi».

LA FAVORITA
La candidata M5S glissa sull'appoggio del Campidoglio in campagna elettorale: «Stiamo lavorando con il Comune - sostiene Di Pillo - La sindaca ha investito qui, abbiamo avviando tanti progetti con lei, e vogliamo continuare in questa direzione». Picca, invece, rifiuta le accuse all'amministrazione di centrodestra, che ha governato a Ostia dal 2008 al 2013, per il degrado: «La colpa è di due anni di commissariamento targato Pd, perché lo scioglimento del Municipio è stato causato dall'arresto dell'ex presidente Tassone - ribatte l'esponente di Fdi - Rivendico invece quanto di buono era stato fatto dalla precedente amministrazione: dal piano luce al progetto sul dissesto idrogeologico». Con la maggioranza di Tassone c'era invece Bellomo: «Ma non prendo le distanze - sottolinea il candidato di Sinistra unita - C'era un consiglio municipale composto da persone perbene, che è altra cosa rispetto all'ex presidente». Marsella respinge l'endorsement di un esponente della famiglia Spada: «Noi condanniamo qualsiasi tipo di criminalità, mafia e malaffare, siamo presenti nei quartieri popolari e non è una colpa». De Luca, infine, allontana ipotesi di altri incarichi di partito e istituzionali: «Farò ciò che è più utile al territorio e all'emancipazione di Ostia, che si trova in questa drammatica situazione - spiega il candidato dem - A Ostia c'è bisogno di competenza, capacità e anche coraggio». Domani, la sentenza delle urne.
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