Ostia, cabine fuorilegge: niente cottage con doccia

Ostia, cabine fuorilegge: niente cottage con doccia
di Mirko Polisano
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Martedì 6 Settembre 2016, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 14:06

Si a strutture di legno da poter rimuovere e no ai mini-cottage dotati di doccia e lavabo. Saranno le cabine degli stabilimenti balneari il nuovo fronte dei controlli che il X Municipio predisporrà a partire da questa mattina in tutti e 61 gli impianti di Ostia. L'amministrazione straordinaria, guidata dal prefetto Domenico Vulpiani, ha dato mandato alla polizia municipale di effettuare alcune ispezioni per verificare la corretta funzionalità delle cabine. Stando alle carte in possesso degli uffici di via Claudio, potrebbe sussistere l'ipotesi di «uso improprio» per quelle strutture che ospitano al proprio interno docce e lavandini. Gli accertamenti riguarderanno gli scarichi, gli allacci idrici, l'areazione e le piattaforme su cui poggiano.
«Stiamo rivedendo tutte le autorizzazioni per il posizionamento delle cabine- fanno sapere dal municipio- e da quanto abbiamo appurato finora sono pochi i gestori che rispettano le regole».

LE REGOLE
Una valutazione tecnica fatta dalla direzione prevede infatti che le cabine devono essere utilizzate solo come spogliatoi e non come mini appartamenti con docce e bagni. In realtà, secondo la relazione predisposta dagli architetti del municipio, all'interno delle cabine sarebbe vietato anche poter mangiare. «Non sono locali adatti per poter pranzare ammettono da piazza della Stazione Vecchia- si stratta di pochi metri quadrati che non hanno luce e dove le coperture di legno provocano un aumento delle temperature». La super-commissione dei tre prefetti resta dunque intransigente sul rispetto delle regole, dopo che per anni le spiagge sono state al centro di interessi e commistioni tra imprenditori privati e mala politica. Stabilimenti balneari che sono stati trasformati in resort e su cui, secondo il X municipio, abusi e illeciti sono passati inosservati fino ad ora. Una task force della polizia locale e di tecnici del comune è pronta ad essere schierata per passare sotto la lente di ingrandimento allacci, scarichi e materiali con cui sono realizzate le cabine. «Quelle che non rispecchiano i nostri requisiti è il diktat che arriva da via Claudio- saranno considerate non a norma». I dati raccolti saranno poi inseriti nel dossier a cui sta lavorando il X. La posizione di ogni stabilimento sarà poi valutata ulteriormente dai singoli uffici che intraprenderanno i provvedimenti del caso, compresa la revoca della concessione balneare. Lo stesso atto che una settimana fa fu notificato al titolare dello stabilimento Med, che ha presentato ricorso al Tar, e che potrebbe ben presto riguardare altri sei lidi nei cui confronti resta ancora aperto la procedura di decadenza. A finire sotto il microscopio dei controlli saranno anche le piattaforme che ancorano le cabine alla sabbia.
«Deve essere garantita la facile rimozione- proseguono dal municipio- e non potranno essere accettati materiali come cemento e calcestruzzo». L'indagine avviata dal X municipio si abbatte come l'ennesima scure sul capo dei balneari, già alle prese con vicende giudiziarie e procedimenti amministrativi in corso. «Stiamo anche valutando se delle cabine possa essere consentito l'affitto stagionale o solo l'uso transitorio conclude lo staff di tecnici- con l'aggravante che quelle cabine che hanno all'interno accessori e sanitari sono da considerarsi inamovibili e si identificano come opere di difficile rimozione per la quale è previsto l'incameramento da parte dell'agenzia del demanio dello Stato e quindi il relativo pagamento dei canoni demaniali». E a Ostia con la scusa della «facile rimozione» si eludono le tasse.
 
SPIAGGE LIBERE
Ma legalità è la parola d'ordine per Vulpiani e i commissari che continuano in prima linea la loro lotta contro gli abusi in spiaggia. Così si combattono le irregolarità, grazie anche al filo diretto che si è creato tra municipio e procura di Roma, dove ancora pende il fascicolo d'inchiesta coordinato dai pm Nardi e Dall'Olio. Nessuno sconto nemmeno per le spiagge libere, alcune delle quali andranno a bando tra pochi mesi. Tra queste ci sarà anche il Faber Beach, lido sequestrato al clan Fasciani e assegnato attraverso un'asta giudiziaria, il cui affidatario adesso è proprio il X municipio. Quel lido è tornato ad essere un bene del comune perché la vendita avrebbe dovuto interessare solo il bar e il ristorante ed escludere l'attività balneare. Delicata anche la situazione della spiaggia Hakuna Matata, su cui pesavano pure i controlli della commissione d'accesso prefettizia, incaricata del dossier su Roma, sequestrata nel luglio scorso. Era stata data in sub-concessione da Mauro Balini al narcotrafficante Cleto di Maria. La stagione estiva volge al termine così come era iniziata tra sequestri e ispezioni.