Porto di Ostia, Balini e altri 17 verso il processo per bancarotta

Porto di Ostia, Balini e altri 17 verso il processo per bancarotta
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 22:34

Mauro Balini manipolatore di bad company. Dominus di una superholding che prima avrebbe portato a un crac di 18 milioni di euro la società Ati Srl (Attività turistiche immobiliari) che ha costruito il Porto di Ostia per dirottare il malloppo in altre società a lui riconducibili. La procura ha concluso le indagini sul dissesto orchestrato attorno alla costruzione del porto turistico di Ostia, ora sottoposto a sequestro preventivo, facendo contare diciotto indagati. A guidare la «cabina di regia», con l'appoggio di quattordici professionisti e teste di legno, secondo il pm Alberto Galanti, proprio il patron dello Scalo, accusato di essere la mente di una associazione a delinquere finalizzata a bancarotta e riciclaggio.

Nell'inchiesta sono finiti anche tre nomi di spicco con l'accusa di corruzione. L'ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante, che avrebbe ricevuto per due stagioni in benefit da Balini la «Beleza of London», uno yatch con relativo equipaggio e carburante, «al fine di ottenere condizionamenti favorevoli nell'eventualità di controlli tributari». E Luca Gramazio (Pdl) assieme ad Antonio Lucarelli, rispettivamente in qualità di consigliere della giunta capitolina e capostaff di segreteria dell'allora sindaco, ma anche dei componenti della Giunta Municipale, non specificati, a cui Balini avrebbe «dato o promesso denaro o altre utilità per spingere l'approvazione del progetto di ampliamento del porto, approvazione poi avvenuta nel novembre del 2012 con delibera della Giunta Capitolina (presente anche Gramazio)».

Portata a termine la bancarotta della Ati per 18 milioni di euro con la quale ha costruito il porto di Ostia, l'imprenditore sarebbe stato pronto ad avviare altri raggiri in vista del raddoppio dello scalo. Come il progetto di svuotamento di un'altra società, la Porto Immobiliare di Roma a vantaggio della Porto Turistico di Roma, della Break Real Estate e della Immobilgest 2010, tutte aziende gestite da manager-ombra. Sulla Porto Turistico di Roma Balini, secondo la procura, ha fatto girare la concessione cinquantennale del porto mentre ha accollato alle altre un catamarano da due milioni e un appartamento da un milione acquistati con i fondi sottratti alla Ati.

Tra le contestazioni anche il buco da 25 milioni nelle casse della banca tedesca finanziatrice del porto, mai saldata, e il debito con l'erario da 400 mila euro. Balini ha già subito una condanna a due anni e 4 mesi per una maxi evasione fiscale legata all'Ati. Con una sola operazione aveva fatto figurare nelle casse della società fatture false per 18 milioni di euro, evadendo così in un anno due milioni di Iva.

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