Sarebbe cominciata fuori dalla villa, davanti all'ingresso della taverna, l'aggressione di Federico Leonelli alla colf ucraina uccisa e decapitata ieri in una villetta all'Eur.
La circostanza, emersa dopo il ritrovamento di una chiazza di sangue davanti alla porta che immette nel locale, sembra far perdere consistenza all'ipotesi del tentativo di stupro, puntando più su una lite per altri motivi. Per chi indaga un tentativo di violenze si sarebbe dovuto ragionevolmente consumare in casa.
Altre tracce ematiche, tuttora visibili lungo il corridoio, fanno ritenere che la donna sia stata poi trascinata all'interno della taverna.
La colf ucraina poteva essere già morta quando è stata decapitata. A stabilirlo sarà solo l'autopsia. Gli accertamenti autoptici, che riguarderanno anche lo stesso omicida, si terranno tra oggi e domani nell'istituto di medicina legale di Tor Vergata coordinato da Giovanni Arcudi.
Intanto è stata posta sotto sequestro la villa dove si è consumato l'orore. Saranno effettuati anche gli esami balistici per accertare la traiettoria dei proiettili e chiarire con certezza gli istanti in cui il killer, Federico Leonelli, è stato ferito a morte dagli agenti di polizia accorsi sul luogo, chiamati da alcuni vicini di casa. A quanto ricostruito finora dagli investigatori, l'uomo sarebbe sbucato all'improvviso brandendo il grosso coltello, una sorta di mannaia, insanguinato verso vigili del fuoco e poliziotti.