Roma, omicidio del Babuino: «Non so perché l'ho uccisa»

Roma, omicidio del Babuino: «Non so perché l'ho uccisa»
di Adelaide Pierucci
2 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Maggio 2017, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 16:55

Lo sguardo nel vuoto e le lacrime agli occhi. «Non mi sono reso conto di quello facevo. L'ho capito poi. Le volevo un gran bene. Era tutto per me. La sera prima eravamo usciti». Ha confessato, l'uxoricida di piazza di Spagna. Francesco Carrieri, 55 anni, il dirigente del Banco Popolare che all'alba del primo maggio ha fracassato la testa della compagna, Michela Di Pompeo, con un manubrio da body building e poi si è andato a costituire. Ieri, ha risposto all'interrogatorio di garanzia. E alla fine è tornato in cella.

Il pm Pantaleo Polifemo ha contestato l'omicidio aggravato dai motivi futili e abietti e il gip ha firmato la misura cautelare in carcere. Il caso è solo all'apparenza chiuso. Gli inquirenti sono ancora al lavoro. Vogliono accertare se l'atto sia stato premeditato, pianificato, contrariamente a quanto dichiarato dall'omicida. Il particolare che potrebbe incidere sulla pena, fino a far prefigurare un eventuale ergastolo. Il dirigente bancario amante delle serate con i vip, ma da qualche tempo scosso da cicliche crisi depressive, parlando a singhiozzo, ha negato di aver ucciso la compagna perché covava rancore, perché lei era decisa a lasciarlo.

«NON ABBIAMO LITIGATO»
Ha smentito anche la lite della sera prima che sarebbe stata riferita da un condomino. «Non eravamo in casa. Eravamo usciti. Posso provarlo», ha detto. «Non c'è stato un motivo scatenante. Non lo so cosa sia successo. Mi sono ritrovato con lei vicina in quelle condizioni. Non mi do pace».

Francesco Carrieri, due matrimoni falliti alle spalle, alle 5,35 del primo maggio è uscito dal palazzo signorile in vicolo del Babuino 7, a pochi metri da piazza di Spagna, dove viveva con la compagna, prof in una scuola in lingua tedesca. È andato nella caserma dei carabinieri più vicina: «Correte, ho ucciso la mia fidanzata». A scatenare la furia omicida, potrebbe essere stato il rifiuto della donna dopo un approccio nel cuore della notte. Domani sarà eseguita l'autopsia. Il pm Polifemo e il procuratore aggiunto Maria Monteleone hanno incaricato il medico legale Massimo Senati, dell'Istituto di medicina legale del Gemelli. Il perito dovrà stabilire quanti e quali colpi siano stati inferti sulla vittima. E se solo con l'attrezzo da palestra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA