Roma, occupazioni, linea dura dell'Ater: 1300 alloggi da sgomberare

Roma, occupazioni, linea dura dell'Ater: 1300 alloggi da sgomberare
di Alessia Marani
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Sabato 30 Settembre 2017, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:31

L'autunno caldo degli sgomberi e delle tensioni sociali nella Capitale potrebbe essere solo all'inizio. Dopo gli scontri di giovedì al Trullo tra attivisti di Forza Nuova e la polizia durante le operazioni di recupero e riassegnazione di un alloggio Ater occupato, lo scenario di guerriglia urbana potrebbe presto ripetersi in altri quadranti caldi della città. Ancora a Roma Sud, tra i palazzoni popolari della Garbatella e del Collatino, ma anche tra la Nomentana e San Basilio dove entro i primi di ottobre sono previsti altri cinque sgomberi e altrettanti entro la fine del mese. Ma nei piani dell'Ater ce ne sono 1300 pronti per essere effettuati. A scadenzare il ritmo dei recuperi del patrimonio immobiliare pubblico destinato ai più disagiati è la Procura di Roma che insieme agli uffici dell'Azienda per le case popolari sta dando esecuzione a circa 1300 richieste di decreto per rilascio. Uno sforzo enorme, di pochi uomini, coordinato dai pm Michele Prestipino e Michele Nardi che, di fatto, si stanno sostituendo all'azione del Campidoglio che, secondo l'articolo 5 della legge regionale 26, dovrebbe gestire e provvedere di sua iniziativa all'esecuzione dei decreti, e quindi degli sgomberi, in supporto all'Ater. E che, invece, è latitante. Milletrecento, appunto, sono le richieste di intervento avanzate dall'istituto all'amministrazione capitolina negli ultimi quattro anni. Per cominciare a recuperare almeno parte dei seimila alloggi occupati illegalmente su un patrimonio di 48mila.
E se fino a pochi mesi fa, il team di supporto alle Politiche abitative riusciva ad effettuare almeno qualche decina di recuperi all'anno, secondo l'ente del lungotevere di Tor di Nona, anche questa attività residua avrebbe subito un brusco stop. La squadra sarebbe stata depotenziata o, comunque, non ci sarebbero nuovi vigili disposti a farne parte: liberare gli immobili significa rischiare grosso, al Trullo ci sono stati feriti e anche il giorno prima, al Prenestino, gli agenti sono stati affrontati a brutto muso. La tensione è alle stelle.

IL PIANO
Stando al piano sgomberi dell'Ater, se vi fosse una struttura ad hoc sotto la regia di Comune e Prefettura, si potrebbero recuperare appartamenti da consegnare ai legittimi assegnatari al ritmo di 500 l'anno. Basta fare un rapido conto: nel giro di poco tempo si potrebbe smaltire l'intera graduatoria comunale che la sindaca Raggi attesta a quota 10mila. Molte posizioni, infatti, nel tempo sono decadute e altri alloggi si possono recuperare tra quelli abbandonati (dove l'inquilino è morto senza che alcuno abbia comunicato il decesso, al momento l'Ater sta facendo riscontri con l'Anagrafe) e quelli di proprietà del Comune anch'essi occupati senza titolo. Insomma l'emergenza abitativa che attanaglia Roma resterebbe uno spauracchio. Tanto più che sul piatto del Campidoglio ci sono sempre i 40 milioni di euro - fondi ex Cipe - messi a disposizione dalla Regione per trovare soluzioni alternative ai residence e alla strada. Ancora inutilizzati.