Nuova truffa alla palestra dei vip: al posto del rimborso una finta iscrizione gratuita a un'altra struttura

Nuova truffa alla palestra dei vip: al posto del rimborso una finta iscrizione gratuita a un'altra struttura
di Michela Allegri
2 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Agosto 2014, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 14:35
I clienti della "Roman Sport Center", la palestra di politici e vip situata a viale del Galoppatoio, nel cuore di Villa Borghese, chiusa lo scorso 4 luglio e finita sotto la lente della Procura per fallimento e presunta truffa, potrebbero essere stati nuovamente beffati.



È una ex abbonata a raccontarlo: dopo l'inganno dei tesseramenti che i titolari del centro avrebbero rinnovato nonostante la Roman fosse già stata dichiarata fallita, intascando soldi e poi lasciando gli avventori fuori dalla porta, ora gli stessi gestori avrebbero fatto una promessa impossibile da mantenere. Per questo motivo, nei loro confronti, è già stata depositata una nuova denuncia, sempre per truffa.



Ma andiamo con ordine. La palestra dei vip è stata dichiarata fallita lo scorso 7 maggio. Nonostante i titolari sapessero da tempo che la situazione finanziaria fosse pessima, avrebbero continuato a invogliare i clienti a sottoscrivere e rinnovare abbonamenti fino all'inizio di luglio quando, il 4 del mese, gli ufficiali giudiziari hanno messo i lucchetti al centro fitness di Villa Borghese, e anche alla palestra "gemella" situata a largo Somalia, riconducibile alla stessa proprietà. Solo in quel momento agli avventori hanno scoperto di essere stati beffati: alcuni di loro avevano appena sborsato migliaia di euro. Almeno cinquanta tesserati hanno sporto denuncia.



Una ex cliente fissa, Patricia Maria Cristina Fischioni, avvocato, ieri ha rincarato la dose, presentando in Procura una seconda querela. Perché, ha dichiarato la penalista, potrebbe esserci stato addirittura un secondo tentativo di truffa.



LA QUERELA

«Il 15 luglio ho chiesto il rimborso della quota pagata, di circa 600 euro, come anticipo per rinnovare un abbonamento - si legge nel corpo dell'atto depositato a piazzale Clodio - un impiegato mi aveva prospettato una serie di vantaggi economici convincendomi a sottoscrivere il nuovo contratto».



L'8 agosto, invece, la Fischioni ha trovato nella cassetta della posta della sua abitazione «una missiva a firma dell'amministratore unico della Roman, con la quale si diceva che la società, rammaricata dal disagio arrecato ai clienti, ha definito un accordo con la nuova struttura dell'Orange Fitnessclub, che consente di convertire in modo completo il periodo di abbonamento non utilizzato».



La lettera proseguiva dicendo di rivolgersi al responsabile dell'area sportiva della Orange che, però, una volta interpellato, avrebbe avanzato una proposta molto diversa. «Diceva subito di dover fare alcune precisazioni rispetto al contenuto della missiva e spiegava che la situazione gli era sfuggita di mano», continua la penalista.



Visto che era stato contattato da moltissimi soci della Roman, le condizioni erano cambiate: «Avrebbe chiesto solo il pagamento della "modica" somma di 80 euro a mesi alterni. Si consideri che io ne pagavo circa 40 al mese», si legge nella denuncia. Di fronte alle proteste della cliente, il responsabile della Orange concludeva specificando che «non avrebbe potuto farci niente» e che, addirittura, non conosceva nemmeno l'amministratore unico della Roman che aveva redatto la lettera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA