Note spese, Marino smentito dal suo staff: «Mai firmati i giustificativi delle cene»

Note spese, Marino smentito dal suo staff: «Mai firmati i giustificativi delle cene»
di Michela Allegri
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 15:08

«Le firme sui giustificativi non sono mie», ha dichiarato il sindaco dimissionario Ignazio Marino di fronte ai magistrati. E ha aggiunto: «Io ho portato le note istituzionali in segreteria e non so altro». Per il momento, però, i collaboratori del chirurgo dem che stanno sfilando in Procura per testimoniare sul caso "scontrino-gate", costato all'ex primo cittadino la poltrona in Campidoglio e l'accusa di peculato, non sostengono la sua tesi. Nessuno ha ancora dichiarato di aver siglato al posto di Marino i sette giustificativi di spesa contestati dagli inquirenti perché non corrispondenti a verità. Anzi: i membri dello staff sembrano quasi prendere le distanze. Se dovesse emergere che le firme in questione sono state apposte dall'ex sindaco, Marino rischierebbe anche l'accusa di false dichiarazioni ai pm. Ieri, di fronte al procuratore aggiunto Francesco Caporale e al sostituto Roberto Felici, si sono presentati due testimoni chiave: Giampiero Bistoncini, membro della segreteria particolare dell'ex inquilino del Campidoglio, e Maurizio Salvi, ex capo della ragioneria comunale. Bistoncini era stato tirato in ballo nel corso di una precedente audizione: quella di Francesco Piazza, capo del Cerimoniale, che aveva dichiarato che era il segretario in persona a riempire i moduli. Il funzionario, ascoltato ieri, ha però chiarito quali fossero i suoi compiti: ha detto che si occupava di preparare i giustificativi delle spese, lasciando però i documenti in bianco e spedendoli al capo segreteria, che li avrebbe poi dovuti sottoporre al visto del primo cittadino. Alla lista dei testi da ascoltare, si aggiungono quindi due nomi: Enzo Foschi e Silvia Decina, che si sono susseguiti nel dirigere la segreteria del chirurgo dem. L'ex capo della ragioneria del Campidoglio, invece, ha spiegato che la sua mansione consisteva in una mera catalogazione delle spese.

LE CONTESTAZIONI

I tagliandi contestati dalla Procura sono in tutto 7.

Il primo risale al 27 luglio 2013, quando Marino aveva cenato alla romana "Taverna degli Amici", pagando 120 euro e saldando il conto con la carta di credito del Comune. Nel giustificativo si legge che era «una cena offerta a un rappresentante del World Health Organization». Il gestore del ristorante ha però recentemente smentito: «Marino era con sua moglie», ha raccontato. In realtà, il chirurgo era con Claudia Cirillo, sua collaboratrice e amica di vecchia data. La donna, sentita in Procura, ha confermato la circostanza. Un'ulteriore cena contestata risale al 4 maggio 2013, ed è stata consumata al ristorante "Tre Galli" di Torino. Marino aveva dichiarato di aver pasteggiato con don Damiano Modena, incontrato ad Alessandria, ma lui aveva categoricamente negato. Davanti ai pm, il sindaco dimissionario ha poi ammesso l'errore, dicendo che era in compagnia dell'assessore di Novara, Sara Paladini, e di un membro del suo staff. Tra gli altri incontri su cui i magistrati hanno dubbi, inoltre, c'è un banchetto del 6 settembre 2013, al "Girarrosto Toscano" e che il chirurgo ha sostenuto di aver offerto all'ambasciatore del Vietnam che ha negato.